Ramondo: «Dopo il Piemonte, via libera a Sicilia e Lazio»

Le strategie per la linea «Il gusto del territorio». Poi T18 Bio e comunicazione

Ramondo: «Dopo il Piemonte, via libera a Sicilia e Lazio»
Presenza diretta lungo la filiera, utilizzo di propri sistemi di controllo della logistica in tempo reale, otto sedi operative nelle regioni più vocate alla produzione ortofrutticola. Anche così si spiega la longevità e affidabilità del gruppo piemontese T18, una delle più importanti realtà del settore nazionale.
Dopo la presentazione del progetto “Il gusto del territorio”, dedicato in questo primo step al Piemonte (vedi notizia precedente), Italiafruit intervista Edoardo Ramondo, amministratore delegato, per scoprire progetti futuri e prossime mosse.

“Tutto è iniziato dalla consapevolezza che le tipicità alimentari rappresentano un patrimonio storico, culturale ed economico spesso a rischio di sparizione e dalla volontà di contribuire al loro recupero, seguendo alcuni aspetti trascurati, se non del tutto ignorati, quali il coordinamento a livello produttivo e commerciale e i rapporti con i grandi acquirenti. Aspetti che nel mercato moderno sono imprescindibili. Così abbiamo deciso di fare accordi di filiera per avere garantiti assortimenti in grado di soddisfare innanzitutto la domanda nazionale e, poi, speriamo anche quella estera”.

Ultimamente parla spesso di cambio di mentalità. Perché?
Vogliamo dare al consumatore prodotti di qualità e gustosi. Il bollino “Il gusto del territorio” certifica che si tratta di una filiera che rispetta la salute e l’ambiente. Il cambio di mentalità è quello che serve anche ad alzare, con un gioco di parole, il livello colturale e culturale. Senza dimenticare che, gestendo insieme l’offerta di tanti produttori, si può mettere a punto una strategia commerciale performante.

Per storia e tradizione avete rapporti con i produttori dei più importanti areali produttivi italiani. Dopo il Piemonte, quali regioni entreranno nella famiglia de “Il gusto del territorio”?
Toccherà alla Sicilia. Ma con problematiche e strategie differenti. Rispetto al Piemonte, ad esempio, non avremo difficoltà a gestire volumi importanti di pomodori, melanzane e zucchine, mentre sarà necessario anche qui un maggior coordinamento. Per questo motivo stiamo pensando di aprire una sede operativa a Vittoria (Ragusa) e associarci a una Op esistente per fare da supporto tecnico-commerciale interno. Insomma, se non è il più importante, l’aspetto commerciale non è nemmeno secondario. Pensiamo al prodotto olandese: in fondo si tratta in primo luogo di una grande operazione di marketing!

Poi, sarà la volta del Lazio perché – forse – è quella che ha più necessità di essere coordinata dal punto di vista logistico. Diciamo che ci adattiamo di volta in volta alle singole realtà regionali. Con queste tre regioni dovremmo, però, iniziare a ragionare secondo la logica dei grandi acquirenti, italiani e stranieri.

A febbraio, al Fruit Logistica di Berlino, avete annunciato la nascita di una nuova partnership commerciale con l’azienda riminese Sipo. Come procedono le cose?
L’azienda Sipo sta facendo in Romagna quello che noi facciamo qui. In due parole, qualità e sinergie. In questo anno abbiamo consolidato buona parte del lavoro sul territorio nazionale e pianificato l’export per dare continuità all’offerta.
Per affrontare le sfide del mercato si deve internazionalizzare, garantire continuità di fornitura e servizi, senza perdere il legame con il territorio e le tipicità che caratterizzano le produzioni locali. Siamo due aziende dinamiche che, in questo senso, possono fare bene.



Una domanda d’obbligo sul biologico, che continua a viaggiare con incrementi a doppia cifra. Voi avete una linea dedicata?

Sì, la nostra T18 Bio si sta consolidando e riceviamo ottimi consensi. Al momento consiste in 20-25 referenze, ma la stiamo ampliando a ogni stagione. I suoi punti di forza sono gli stessi che contraddistinguono da sempre T18. A cominciare dalla freschezza, visto che – prima di confezionare – aspettiamo che arrivi l’ordine. Un prodotto servizio che piace molto.
 
E per il prossimo futuro quali sono i programmi?
Stiamo valutando come approcciare dal punto di vista comunicativo clienti e consumatori. Persone che, in un certo senso, “mangiano informazioni”. Vogliamo mettere a loro disposizione gli strumenti necessari per comprendere il valore distintivo di ciò che offriamo. Un modo per valorizzare anche la nostra azienda che sta crescendo insieme ai progetti che sviluppa.

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