Di Maio e le barriere fitosanitarie cinesi

Di Maio e le barriere fitosanitarie cinesi
Missione cinese per il vicepremier Luigi Di Maio. Il ministro allo Sviluppo economico ha in programma incontri con i colleghi cinesi per superare gli ostacoli che le imprese italiane hanno nell'esportare nella terra del Dragone. Difficoltà che, per il settore ortofrutticolo, erano state recentemente sottolineate anche da Carlo Lingua, Ad di Rk Growers e Avi (clicca qui per leggere la notizia). In un video postato dall'Asia Fruit Logistica, infatti, il manager aveva denunciato lo scarso impegno della politica nel cercare di abbattere le "barriere commerciali" per mele e uva in Cina.

"Dobbiamo potenziare le opportunità di export dei prodotti agroalimentari e per questo dovremmo avviare dei nuovi negoziati perché ci sono delle barriere non tariffarie, cioè dei dazi non tariffari, che sono legate a una serie di norme che non ci consentono di portare prelibatezze della nostra terra in Cina", ha detto ieri Di Maio.

Le esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy in Cina sono praticamente quadruplicate (+376%) in valore negli ultimi dieci anni con la progressiva apertura del gigante asiatico a stili di vita occidentali. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la visita del vicepremier Lugi Di Maio in Cina con l’obiettivo di rimuovere le barriere non tariffarie che impediscono di esportare liberamente. Se infatti è stato rimosso nel 2016 il bando sulle carni suine italiane e nel 2018 le frontiere si sono aperte in Cina per l’erba medica italiana, al momento per quanto riguarda la frutta fresca – continua la Coldiretti – l’Italia può esportare in Cina solo kiwi e agrumi mentre sono ancora bloccate le mele e le pere oggetto di uno specifico negoziato.

Un ostacolo che occorre superare per proseguire nel percorso di riequilibrio dei rapporti commerciali nell’agroalimentare dove le importazioni dalla Cina – conclude la Coldiretti hanno superato del 29% il valore delle esportazioni che nel 2017 erano state pari a 448 milioni di euro, anche per effetto delle barriere commerciali.