La ricetta vincente di Funghi di Treviso

Romeo Fuser: «Tre mosse per un fatturato in crescita costante»

La ricetta vincente di Funghi di Treviso
Logistica, destagionalizzazione, prodotti servizio. Si spiega con queste tre parole la continua crescita del Consorzio Funghi di Treviso. Con un fatturato 2017 vicino ai 40 milioni di euro (erano 35,3 nel 2016), l’Organizzazione di produttori trevigiana oggi rappresenta il primo polo produttivo di funghi in Italia, grazie alle aziende agricole associate situate nelle province di Treviso, Padova e Belluno.

“Il fatturato a luglio di quest’anno segnava già il 10% in più – dice a Italiafruit News il presidente Romeo Fuser – Una crescita che attribuiamo a tre fattori in particolare. Innanzitutto, da gennaio siamo operativi a San Cesareo (Roma) con uno stabilimento di 2.500 metri quadrati specializzato nella trasformazione e nel confezionamento che impiega una sessantina di persone, con 250 tonnellate di funghi lavorate ogni mese. Si tratta di una posizione strategica, perché ci permette la copertura del Centro-Sud e Isole con un’ottima gestione dei tempi di consegna e, quindi, della freschezza e delle caratteristiche organolettiche. Nel frattempo, abbiamo iniziato a rifornirci da selezionate aziende locali che rispettano i nostri standard qualitativi. Insomma, un importante polo logistico che genera valore e nel quale, per questo motivo, abbiamo già avviato lavori di ampliamento che termineranno a fine anno”.



Grazie alla logistica capillare il Consorzio Funghi di Treviso è in grado di servire, sette giorni su sette e in meno di 24 ore dalla raccolta, sia i mercati ortofrutticoli sia la grande distribuzione organizzata e l’industria. Il secondo aspetto che Fuser mette in evidenza è la destagionalizzazione del prodotto: “Negli ultimi anni stiamo assistendo a un costante incremento dei consumi in periodi che fino a poco tempo fa avremmo considerato insoliti, come l'estate. Questo significa che stiamo entrando sempre più nelle abitudini di consumo giornaliero degli italiani. Così, possiamo dire che i funghi freschi si consumano 12 mesi l’anno, anche se da settembre a Pasqua resta il periodo con i picchi dei volumi”.



A questo ragionamento si collega il terzo fattore considerato determinante nello sviluppo del Consorzio. “Le nostra linea di IV gamma, Spadella il gusto, sta andando molto bene – continua Fuser – Merito del flow-pack, ad alto impatto visivo e riconoscibile, ma soprattutto della forte componente di servizio. Champignon affettati, Trifolati e Mix sono già pronti per essere consumati in versione cruda o semplicemente spadellati per pochi minuti. L’obiettivo di intercettare un consumatore sempre più attento all’alimentazione, ma facilitandogli la vita, può dirsi raggiunto”.



A Istrana, nella sede centrale del Consorzio Funghi di Treviso (certificata Ifs food), la filiera è supervisionata dalla produzione in substrato fino alla distribuzione. L’offerta dell’Op comprende funghi champignon, pleurotus, pioppini e cornucopiae, senza trascurare le novità, come ad esempio gli esotici Shitake, che rappresentano il 25% del consumo mondiale (lo Champignon vale il 36%).
La produzione è certificata secondo le norme Uni En Iso 22005:2008 sulla rintracciabilità, lo standard Global Gap e la norma volontaria di Csqa che prevede la produzione integrata con la riduzione del 70% dei residui massimi consentiti. Non mancano, poi, la certificazione biologica e lo standard etico GlobalGap Grasp. Op Consorzio Funghi di Treviso aderisce a Fungo Italiano Certificato, il progetto che comunica i valori nutrizionali dei funghi e la sicurezza della filiera.

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