«Carciofi ko, in Sardegna continua l'annus horribilis»

Lotta (Agricola Campidanese): sott'acqua anche i pomodori, servono interventi

«Carciofi ko, in Sardegna continua l'annus horribilis»
Carciofaie distrutte, campi allagati, serre distrutte, aziende ferme. Il “dramma” di uno degli ortaggi più caratteristici dell’isola è solo l’ultimo atto di un’annata nera per la Sardegna:  “Il 2018 è iniziato male con le gelate di gennaio ed è proseguito con la siccità che si è protratta sino a tutto aprile”, dice Salvatore Lotta, direttore commerciale di Op Agricola Campidanese di Terralba (Oristano). “Da fine aprile, sono cominciate le ricorrenti piogge torrenziali che continuano a martoriarci, pur con qualche breve spiraglio. Il bilancio, per l’ortofrutta sarda, è pessimo: la raccolta di meloni e angurie è stata ritardata di un mese e il maltempo ha compromesso la fase finale della campagna dei due prodotti, tra fine agosto e settembre, anticipandone la chiusura e rovinando molti frutti in campo. Da settembre le piogge sono diventate particolarmente abbondanti e frequenti, tanto che almeno il 50% del raccolto di carciofo è andato perso”. 

“Al momento Agricola Campidanese - aggiunge Lotta - riesce a lavorare il 25% circa del fabbisogno di questo prodotto. Nei terreni c’è molta acqua, a causa dell’asfissia molte carciofaie resteranno improduttive o produrranno in ritardo. Alcune cooperative specializzate sono passate da 5 milioni a 700mila pezzi e iniziano ad avere difficoltà serie. Non va meglio al pomodoro Camone: ci sono soci dell’Op che disporranno sì è no della metà dei volumi di un'annata normale”. 


Immagine di raccolta di carciofi in campi di Agricola Campidanese. In alto, i danni del maltempo

Un annus horribilis, insomma, “aggravato - denuncia Lotta - dalla latitanza della politica che non fa la sua parte: i contributi Agea per il ristorno di parte delle assicurazioni 2015/16 sono ancora bloccati e tanti agricoltori in questa stagione non hanno potuto assicurarsi, non avendo i soldi per farlo. Bisognerebbe, poi, mettere a disposizione fondi per garantire una maggiore manutenzione: pulire i canali è un primo passo per prevenire i disastri”. 

“La nostra Op - aggiunge il manager di Agricola Campidanese - sta cercando di tamponare le situazioni critiche e di aiutare i soci, dare loro sollievo. Ci sono piccole aziende in seria difficoltà, ho visto agricoltori piangere: lo stare assieme in una struttura organizzata rende più forti, ma è comunque complicato. Chiediamo interventi strutturati per il nostro settore. E speriamo che le condizioni climatiche migliorino”. 

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