Agrumi Made in Italy, il Governo ci crede

Il commento degli operatori dopo il Tavolo di ieri al Mipaaft. E Di Maio si sbilancia sulla Cina

Agrumi Made in Italy, il Governo ci crede
Gli agrumi italiani avranno (più) attenzione da parte del Governo. Almeno queste sembrano le intenzioni emerse ieri alla riunione della filiera agrumicola al ministero delle Politiche agricole, in presenza del sottosegretario Alessandra Pesce. “Lavoriamo a un Decreto attuativo per l'utilizzo del Fondo Agrumi da 10 milioni di euro per gli anni 2018/20 - ha dichiarato - Le azioni nel decreto dovranno dare risposte concrete agli operatori del settore. Questo lavoro è propedeutico alla messa a punto di un piano agrumicolo in un comparto produttivo d'eccellenza per il nostro Mezzogiorno”.

Per Salvo Laudani, presidente uscente di Fruitimprese Sicilia, sono state ribadite molte delle cose discusse nell’ultima riunione di gennaio. “La riqualificazione della produzione è determinante – spiega a Italiafruit News – ma sono state ribadite anche le questioni relative ai controlli fitosanitari, all'attività di corretta propagazione del materiale vegetale e alla legalità non solo per quanto riguarda il caporalato ma anche la tutela del lavoro degli altri, soprattutto rispetto al problema dei furti. Per paradosso, dopo il maltempo di questi giorni, si è parlato anche del problema della carenza d’acqua, di sistemi di irrigazione e di manutenzione delle dighe. Quel che è certo è che, a livello nazionale, si potrà contare sui 10 milioni istituiti con la Legge di Bilancio, mentre la Sicilia potrà contare anche su sette milioni che la Regione ha impegnato contro tutte le fitopatologie. Di questi sette, probabilmente sei saranno impiegati contro il virus della Tristezza”.

“E' stato un incontro positivo - commenta Federica Argentati, presidente del Distretto degli agrumi di Sicilia - La priorità per gli agrumi è fare sistema come Paese Italia e, quindi, puntare a una maggiore programmazione anche nell'ambito del futuro Piano. Dobbiamo lavorare meglio sia in difesa, lavorando ad esempio sulle barriere fitosanitarie, ma anche all'attacco, affermando il nostro prodotto in maniera più energica, puntando su qualità, tracciabilità, legame con il territorio. In quest'ottica, la presenza dei Consorzi di tutela delle Dop e Igp è stata molto importante”.

“Mi è sembrato un Tavolo nel quale ci fosse più voglia di affrontare i problemi evidenziati nelle altre riunioni – dice a Italiafruit Gerardo Diana, presidente del comparto agrumi di Confagricoltura – Tra i punti su cui ci sarà l’attenzione del Governo c'è sicuramente il piano agrumicolo di settore pluriennale che richiederà tempo, ma c’è la voglia di lavorarci per avere un punto di riferimento per l’organizzazione del comparto. Nel breve periodo, invece, una campagna di promozione sia attraverso l’Organizzazione interprofessionale Ortofrutta Italia, sia grazie alle convenzioni che il Mipaaft ha con trasmissioni Rai, quali Linea verde e La prova del cuoco per sostenere il consumo degli agrumi italiani”.
“Abbiamo, poi, parlato della necessità di lavorare insieme al ministero della Salute su un protocollo che ci difenda dalle malattie degli agrumi presenti in Paesi terzi e non in Italia – continua – Un’altra idea che è emersa è la possibilità di utilizzare, nei Piani operativi delle Op, le garanzie Ismea per fare fronte al preammortamento dei primi quattro anni nel caso di rinnovo varietale”.

Con un comunicato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, esprime soddisfazione per gli esiti del tavolo. “È necessario accelerare l’adozione del decreto attuativo per poter utilizzare le risorse del fondo agrumicolo e adottare il provvedimento entro la fine dell'anno e su questo abbiamo apprezzato l’impegno preciso del sottosegretario Pesce. Concordiamo anche con le priorità delineate per rilanciare il settore, ovvero il rafforzamento dei controlli fitosanitari sulle importazioni provenienti dai Paesi Terzi, nonché sull’origine degli stessi; una maggiore attenzione alle problematiche connesse agli scambi commerciali e all’apertura dei mercati; la costituzione di un catasto agrumicolo; la ristrutturazione del comparto attraverso il coinvolgimento della filiera; il rinnovamento varietale e il trasferimento dell’innovazione e così di seguito”.

Intanto, ieri ha fatto il giro delle agenzie stampa l'intesa annunciata del viceministro Luigi Di Maio circa lo sblocco della nuova “via della seta” per gli agrumi Made in Italy che potranno essere esportati in Cina anche con gli aerei cargo favorendo il nostro export, grazie alla possibilità di effettuare il “cold treatment” in magazzino e non solo in nave durante il transit time. In realtà il protocollo non è ancora stato firmato, anche se potrebbe - finalmente - essere solo questione di giorni. Centinaio permettendo.

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