Aceto naturale di frutta, il superfood che non t'aspetti

«La storia millenaria ci dice che è un medicinale, ma noi italiani l'abbiamo dimenticato»

Aceto naturale di frutta, il superfood che non t'aspetti
Ormai da diversi anni si parla con insistenza di superfood e ora tocca agli aceti di frutta e verdura prodotti in modo naturale. Quello di kaki, ad esempio, è largamente utilizzato in Corea come tonico: atleti e sportivi ne aggiungono un cucchiaio a un bicchiere di acqua (o di altre bevande come tè, infusi, succhi, bibite, ecc.) per recuperare più in fretta dopo gli allenamenti.

Anche da noi una startup, la Saporea, si è lanciata in questo mercato di nicchia puntando non solo sul kaki, ma anche su altri tre frutti: kiwi, melagrana e aronia. Tutti coltivati nella Bassa Veronese applicando i principi dell'agricoltura biologica.



"Gli italiani hanno dimenticato le proprietà benefiche e disintossicanti dell’aceto naturale. Tanto che oggi impiegano quasi esclusivamente prodotti di lavorazione industriale per condire insalate e per pulire i pavimenti della propria casa", spiega a Italiafruit News Milco Farinazzo, titolare dell'azienda assieme alla moglie Giovanna Prevarin. 

Ma le potenzialità salutistiche dell'aceto, in realtà, sono ben altre: "Il nostro obiettivo è riproporre il prodotto nella veste di integratore/medicinale, vale a dire il ruolo che ha sempre svolto nel mondo nel corso dei millenni". Attenzione però: solo l'aceto realizzato con il metodo antico della lenta acetificazione naturale, senza l'ausilio di macchinari e della chimica, può assicurare effetti benefici per l'organismo (aiuto nella digestione, nell'assimilazione dei minerali dei cibi, nel controllo del peso e del diabete, ecc.).



"In tutta Italia, oltre a noi ci sono solamente una decina di aziende che seguono il metodo della lenta acetificazione naturale, il quale comporta un enorme lavoro di controllo e gestione del processo di fermentazione, che dura circa tre settimane. Una volta pronto, l'aceto viene lasciato riposare per due o tre mesi, senza fare invecchiamenti. E, successivamente, lo imbottigliamo. Il nostro prodotto non è filtrato ma soltanto pulito, quindi la presenza di residui nella bottiglietta è da considerarsi normale".

L'azienda veneta sta commercializzando sei diverse referenze nei canali delle gastronomie e delle erboristerie, sia in Italia che all'estero (soprattutto Germania). "I nostri aceti alla frutta - conclude Farinazzo - si sposano benissimo con tutti quegli alimenti che hanno bisogno di una punta di sapore aspro: insalate, pesce, carni crude e fredde, verdure cotte e crude, uova sode, frittate e molto altro ancora".



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