«Pernigotti, l'Igp avrebbe frenato la delocalizzazione»

«Pernigotti, l'Igp avrebbe frenato la delocalizzazione»
La registrazione Igp del Gianduiotto piemontese avrebbe potuto frenare la delocalizzazione. Questo il pensiero di Mauro Rosati direttore generale della Fondazione Qualivita, in seguito alla chiusura dello stabilimento di Novi Ligure della Pernigotti, decisa dalla famiglia turca Toksoz, i proprietari dal 2013 dell’azienda dolciaria novese.

Secondo Rosati, se il gianduiotto fosse stato registrato come indicazione geografica, forse oggi la situazione sarebbe molto diversa: il fatto che siano incluso tra i prodotti agroalimentari tradizionali (Pat) piemontesi non è sufficiente a garantire il mantenimento della produzione sul territorio, come invece sarebbe stato con le registrazioni Dop e Igp, che vincolano rigidamente la produzione all’area indicata nel disciplinare. 

“Penso come esempio a Modica, dove da tempo avevano capito l’importanza della registrazione - afferma Mauro Rosati - I produttori e le istituzioni locali si sono battuti per anni per ottenere l’Igp del cioccolato e finalmente l’hanno ottenuta. Adesso il Cioccolato di Modica è Igp e potrà essere prodotto solo nel comune di Modica, in provincia di Ragusa”.
 
“Questo sottolinea quanto le indicazioni geografiche siano un forte motore di sviluppo territoriale e di tutela delle tradizioni locali - conclude Rosati - Se anche una produzione di eccellenza, simbolo della tradizione dolciaria piemontese, come sono i gianduiotti, fosse stata registrata come indicazione geografica, oggi non ci sarebbe il rischio di vedere la produzione delocalizzata rispetto all’area di produzione. Le registrazioni oggi sono l’unico freno alla delocalizzazione delle produzioni, uno strumento unico per mantenere i prodotti legati ai territori”.

Fonte: Ufficio stampa Fondazione Qualivita