Sos cimice asiatica: «Tante aziende a rischio chiusura»

Affollato convegno ieri a Verona. Ricerca su più fronti, nessuno spiraglio nel breve periodo

Sos cimice asiatica: «Tante aziende a rischio chiusura»
“Un altro anno così e inizieranno a chiudere i battenti molte aziende agricole”. A lanciare l’Sos è stato Claudio Valente, componente di Giunta della Camera di Commercio di Verona ed ex presidente provinciale di Coldiretti, in occasione del convegno “Cimice asiatica e produzioni agricole: aggiornamenti sulla ricerca e sulla difesa” tenutosi ieri nella sede dell’ente camerale della città veneta. La situazione è pesante, al limite del drammatico, e la platea affollata all’inverosimile testimonia quanto il problema sia sentito. Onnivora, ghiotta di frutta e semi, sverna al caldo infestando abitazioni e macchinari e rappresenta un vero è proprio flagello per le colture, come è stato ricordato nel corso dell’incontro al quale sono intervenuti gli esperti Massimiliano Pasini del Centro studi Agrea, Alberto Pozzebon dell’Università degli studi di Padova e Luca Casoli del Consorzio Fitosanitario provinciale di Modena.

Si confida nella scoperta di insetti parassitoidi della cimice, autoctoni e alloctoni, tra cui la samurai Wasp, ma gli studiosi prevedono un periodo di ricerca sugli effetti dell’introduzione di almeno un anno. Anche per il 2019, dunque, l’unico sistema di difesa valido rimane il ricorso alle reti antigrandine e antinsetto. Gli esperti, ancora, sono concordi nell’affermare che l’insetto preferisce i filari di "bordura" dei frutteti e che occorre controllare anche le siepi e il verde vicino; è attirato alle piante a maggior fioritura e dimostra elevata mobilità.



Come difendersi? La strategia di intervento, è stato detto ieri, deve agire su più fronti, preparando difese attive, lotta integrata, e passive, reti anti-insetto, agendo prima che la cimice schiuda le uova. E, come ha sottolineato Gabriele Zecchin, dirigente della Regione Veneto, Osservatorio regionale malattie delle piante, è fondamentale il monitoraggio continuo della presenza dell’insetto da attuarsi nell’orario in cui è meno mobile, tra le quattro e le sei del mattino.

“La presenza di quasi 400 imprenditori al convegno di oggi testimonia quanto sia sentito il problema che colpisce prevalentemente la media e bassa pianura scaligera”, ha commentato Valente. “Un altro anno così e alcune aziende, soprattutto quelle ortofrutticole, saranno costrette a chiudere mentre altre, come quelle che fanno soia, dovranno convertire le produzioni. Chiediamo una forte attenzione da parte delle istituzioni pubbliche”.