Sicilia, il derby del pistacchio

La leadership di Bronte e il lavoro di Raffadali per ottenere la Dop

Sicilia, il derby del pistacchio
Bronte vs Raffadali. In Sicilia si va verso il derby dell'oro verde. Una sfida, quella tra i due centri di produzione del pistacchio, che la scorsa settimana si è guadagnata un ampio servizio su Il Venerdì di Repubblica.

Il pistacchio di Bronte è l'unico, al momento, a potersi fregiare della Dop. Ma il frutto di Raffadali ha già portato a termine tutto l'iter per ottenere il riconoscimento, che potrebbe arrivare nei prossimi mesi. Ed ecco che partono le scaramucce. “Vinciamo a mani basse: abbiamo il terreno lavico che regala al prodotto una particolarità unica. Non c'è gara, a meno che loro non riescano a spostare l'Etna”, dichiara Biagio Schilirò, presidente del Consorzio di tutela del pistacchio di Bronte Dop.

Ma Raffadali non teme il confronto. “Anche il nostro pistacchio ha caratteristiche organolettiche particolari che lo rendono unico, altrimenti non si saremmo candidati alla Dop”, questa la replica di Salvatore Gazziano, componente dell'associazione per la tutela del pistacchio di Raffadali. “E' l'unico al mondo – aggiunge - ad avere l'acido palmitoleico, fondamentale per la salute del nostro organismo”.



E la diatriba prosegue anche sul colore: a Raffadali il vanto è di avere un pistacchio dal colore verde brillante, a Bronte sono convinti di poter vantare un verde più intenso. Ma il centro etneo non teme il confronto, se non altro per i numeri che esprime: circa 34mila quintali di prodotto nel 2017 su una produzione italiana di 38.856 quintali (dati Istat), mentre tra Raffadali e Caltanissetta ci si ferma a quattromila.

Il pistacchio di Bronte Dop conta 500 produttori e un fatturato di circa 20 milioni di euro; ma se si considerano i pistacchi coltivati in questo areale ma non commercializzati con il marchio Dop, allora il giro d'affari raddoppia. 

Una Dop in più, però, potrebbe essere una nuova opportunità per i produttori siciliani. "Ci dispiace che l’articolo sia impostato su una sorta di rivalità che per quanto ci riguarda non esiste, proprio perché riteniamo che avere un nuovo prodotto a marchio Dop nel nostro territorio regionale, sia solamente un valore aggiunto che tutela la qualità, la tracciabilità ed evita le speculazioni che danneggiano il consumatore - ha scritto Gazziano sulla pagina Facebook del pistacchio di Raffadali - Da sempre ribadiamo che il nostro pistacchio è diverso da Bronte e dagli altri, mai abbiamo detto che il nostro è il migliore o peggiore. Ribadiremo sempre questo concetto perché la Sicilia è ancor più bella con la sua biodiversità e quindi le proprietà organolettiche di ogni singolo prodotto, per noi sono un valore aggiunto e non un limite. Il nostro percorso per il riconoscimento della Dop, punta a garantire maggiore tracciabilità, qualità e controllo al nostro prodotto. Purtroppo come confermato anche dal Consorzio di Bronte, non tutti i produttori della zona etnea fanno parte del consorzio, oltre la metà sono fuori e questo perché evidentemente molti vogliono eludere i controlli. Solamente il riconoscimento di un marchio può dare maggiore sicurezza al consumatore ed evitare speculazioni che hanno solo avvantaggiato chi ha lucrato sulla buona fede del consumatore. Sono tanti i giovani che stanno investendo sul pistacchio nelle nostre zone e questo crea sviluppo economico che può ridimensionare il continuo flusso migratorio fuori dalla Sicilia".

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