Studio: un tumore su tre può essere prevenuto a tavola

Studio: un tumore su tre può essere prevenuto a tavola
"Un tumore su tre può essere prevenuto a tavola", ripetono già da qualche anno gli esperti, considerando come fattore di rischio tanto il sovrappeso e l’obesità quanto alcuni composti con cui si rischia di entrare maggiormente a contatto consumando con frequenza alcuni alimenti o privilegiando le cotture ad alta temperatura.

E in effetti sono diverse le neoplasie di cui ci si può ammalare se si segue una dieta «povera» dal punto di vista nutrizionale. Nello specifico, il rischio risulta accresciuto per i tumori del polmone e del tratto gastrointestinale (esofago, stomaco, colon-retto) tra gli uomini, per quelli del fegato e del seno (dopo la menopausa) tra le donne.

Qualità degli alimenti e rischio-cancro
Suonano come un monito le conclusioni di una ricerca pubblicata sulla rivista «Plos Medicine», che rappresenta l’ultima tappa del progetto «Epic»: il maxi-studio avviato venticinque anni fa per studiare il ruolo della dieta e più in generale degli stili di vita nell’insorgenza delle malattie oncologiche.

Il pool di ricercatori guidato da Melanie Deschasaux, epidemiologa dell’Istituto nazionale francese per la salute e la ricerca medica, ha raccolto i dati relativi ai consumi alimentari di oltre 471mila europei. Il passo successivo è stato rappresentato dalla misura della qualità della dieta attraverso un software messo a punto dalla Food Standard Agency britannica, da cui hanno preso spunto anche i francesi per realizzare «Nutri-Score», un sistema di etichettatura che aiuta a identificare i valori nutrizionali di un prodotto in una scala alfabetica (A-E) e colorata dal verde al rosso (in cinque gradazioni).

Questi risultati sono stati poi incrociati con i numeri relativi all’incidenza delle malattie oncologiche. Poco meno di cinquantamila le nuove diagnosi registrate in quindici anni: con i tumori al seno, alla prostata e al colon-retto che sono risultati i più frequenti. Incrociando le informazioni relative alla qualità della dieta con i tassi di incidenza delle neoplasie, i ricercatori hanno potuto concludere che «il consumo regolare di alimenti di bassa qualità è associato a un aumentato rischio di sviluppare diverse neoplasie», la maggior parte delle quali sono poi anche tra quelle che più «pesano» in termini numerici.

Etichetta «a semaforo» per guidare i consumatori
Le conclusioni di questo studio hanno rafforzato le prove a supporto dei software come «Nutri-Score», ritenuti utili per promuovere la scelta di alimenti più salutari. Un aspetto considerato ormai necessario, viste le evidenze sempre più solide che collegano la qualità della dieta alla probabilità di ammalarsi di diverse forme tumorali. Il beneficio, sono convinti gli esperti, riguarda anche la prevenzione del diabete e delle malattie cardiovascolari. L’idea è nata in Francia, è però di poche settimane fa la notizia che anche il Belgio adotterà un’etichetta «a semaforo».

Al momento non è previsto alcun obbligo per le aziende, ma soltanto una facoltà di rendere più facile per i consumatori l’ottenimento di informazioni sui singoli alimenti. L’obiettivo ultimo è arrivare a influenzare le scelte, al fine di diffondere le corrette abitudini dietetiche nella popolazione. Sale, grassi saturi, fibre e zuccheri: questi gli ingredienti posti sotto la lente di ingrandimento dalla comunità scientifica, a seguito delle prove che correlano un loro consumo eccessivo con uno stato di salute generalmente inferiore e un rischio più alto di sviluppare diverse malattie croniche.

Almeno 12 tumori correlati ai chili di troppo
Oltre a misurare l’efficacia di un sistema di etichettatura della qualità degli alimenti come strumento per tutelare la salute pubblica, la ricerca conferma l’impatto che la dieta può avere nella definizione del rischio oncologico .

Quali indicazioni seguire per porsi al riparo? Torna utile rispolverare i recenti consigli forniti dal «World Cancer Research Fund», che nella terza edizione del suo rapporto sui tumori ha puntato l’attenzione sulla dieta (oltre che sull’attività fisica) come elemento chiave per la prevenzione. Secondo il rapporto, sono almeno 12 i tumori (cavo orale, mammella, esofago, colon-retto, pancreas, colecisti, fegato, rene, ovaio, cervice uterina, endometrio e prostata) che risentono dell’effetto dei chili di troppo. Tutte malattie che, in termini di incidenza, crescono nei Paesi occidentali.

L’organizzazione ha così scelto di redigere un decalogo di consigli in chiave preventiva: mantenere il proprio peso sempre nei limiti della normalità; svolgere attività fisica; seguire una dieta ricca in cereali integrali, frutta, verdura e legumi; limitare il consumo di cibi pronti e trasformati, ricchi di grassi e zuccheri; limitare il consumo di carni rosse e processate; non esagerare con le bevande zuccherate; non bere alcolici; non usare integratori per prevenire i tumori; allattare al seno i propri figli; seguire le raccomandazioni nutrizionali anche dopo una diagnosi di cancro.

Fonte: La Stampa