Ecco perché la marca del distributore ha avuto successo

Quattro top manager della Gdo spiegano l'evoluzione e tracciano la strada per il futuro

Ecco perché la marca del distributore ha avuto successo
La marca del distributore servirà sempre più ai retailer per colmare vuoti d'offerta, per cavalcare trend di consumo, per anticipare i tempi e posizionare sul mercato proposte innovative. Dalla tavola rotonda con i top manager della Gdo, che si è tenuta in conclusione del convegno di apertura di Marca in fiera a Bologna, sono emerse queste direttrici.

“L'Mdd è un fattore portante dell'offerta della distribuzione – osserva Francesco Avanzini, direttore generale di Conad – Per noi vale ormai un terzo delle vendite e la sua evoluzione servirà per interpretare gli stili di vita dei nostri clienti. Operando in tutta Italia e servendo in maniera continuativa oltre nove milioni di famiglie, tocchiamo come mano i mutamenti nei comportamenti d'acquisto: la marca del distributore deve evolversi seguendo questi cambiamenti della società italiana. L'Mdd deve quindi interpretare il rapporto di fiducia e relazione con i clienti, il territorio, la comunità, offrendo soluzioni al passo coi tempi, con l'obiettivo di portare qualità dove le persone vivono e consumano i prodotti”.

Ma la Marca del distributore è una grande opportunità per i fornitori, anche quelli più piccoli. Ne è convinto Gianpietro Corbara, amministratore delegato di Pam Panorama. “Ma serve una netta distinzione dei ruoli – ammonisce il manager – tra chi deve fare distribuzione e chi produrre. Fornitori e distributori devono lavorare seguendo un rapporto di partnership, con le catene che possono spingere quegli imprenditori che non hanno la possibilità di andare all'estero, per dimensioni, fatturati e risorse, verso nuovi mercati. Il campanilismo, in questo ambito, non fa bene”.



Maura Latini, direttore generale di Coop Italia, spiega il successo della Mdd. “Uno degli elementi che hanno contribuito all'accelerazione del successo della Mdd è la capacità che questi prodotti hanno avuto nell'interpretare i bisogni dei consumatori, spesso prima delle marche private. Le tendenze che ci troveremo ad affrontare in futuro sono in continuità con quelle dell'ultimo periodo: in primis il salutismo, un cristallo con tante facce, dal biologico al free from, dai prodotti arricchiti alla riduzione delle proteine animali. L'Mdd non può prescindere dall'efficienza: quindi attenzione alle mode temporanee e alle tendenze di lungo periodo. Ma attenzione anche all'italianità e al territorio: l'Mdd ha nei copacker italiani un punto di forza fondamentale”.

“La Marca del distributore è centrale nelle strategie assortimentali, perché è capace di interpretare i trend di consumi prima dell'industria di marca – afferma Maniele Tasca, direttore generale di Selex – Se ci siamo permessi il lusso di crescere più dell'industria di marca è solo perché siamo stati credibili. E un Paese con una Mdd forte è un Paese dove i consumatori sono più tutelati: c'è un presidio di qualità maggiore e più controlli. Il futuro? La velocità di crescita dipende dal lavoro di innovazione che sapremo fare, da quanto sapremo essere competitivi: non possiamo perdere di vista l'accessibilità del prodotto, sia esso premium o mainstream. Su entrambe le sfide – conclude Tasca – si vince assieme ai copacker”.

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