«Ecco come ho portato le mele in India»

Linhart (Atlante): «Sognano la mela di Biancaneve: rossa e croccante»

«Ecco come ho portato le mele in India»
In India c'è spazio per le mele italiane, purché siano rosse. "Più somigliano alla mela di Biancaneve meglio è", sintetizza Natasha Linhart, fondatrice e attuale Ceo di Atlante, azienda con quartier generale a Bologna operante nel settore della distribuzione come partner strategico delle principali catene italiane per l’import di prodotti alimentari da tutto il mondo e che esporta le migliori specialità italiane all’estero. Mele comprese, da settembre scorso, quando grazie a una singolare triangolazione la società ha iniziato a lavorare anche con l'ortofrutta fresca.

Tra i soci di Atlante c'è, con il 20% del capitale sociale, il colosso svizzero Migros. "Lavorando con loro - aggiunge Linhart - abbiamo conosciuto il partner indiano di Migros. Così siamo entrati in contatto con il primo retailer indiano, che ha il centro di acquisto globale per l'ortofrutta in Canada: noi acquistiamo mele in Trentino e ci rapportiamo con questo ufficio canadese per fornire poi la Gdo indiana".



Il programma di fornitura, illustra l'imprenditrice, è partito a settembre e proseguirà fino a maggio. L'obiettivo è di spedire circa 1.000 container di mele trentine verso l'India. I primi mesi di lavoro, conferma Linhart, sono stati positivi: il prodotto italiano piace per caratteristiche, ma in fatto di varietà il consumatore indiano è piuttosto selettivo. "Esportiamo essenzialmente mele rosse, che devono avere una colorazione accesa ed essere croccanti: abbiamo distribuito sia Gala che Red Delicious. Inoltre abbiamo gestito anche piccoli quantitativi di Granny Smith - puntualizza l'amministratore delegato di Atlante - Devo dire che abbiamo provato a presentare anche la Golden Delicious, ma ci è andata male. Tutta colpa del colore: i consumatori indiani associano il colore giallo di queste mele al giallo del mango... Che quando assume questa colorazione non è più mangiabile. Quando il mango è rosso, invece, allora è il momento ideale di consumo ed ecco che anche le mele le preferiscono di quella colorazione".

Come detto, anche grazie a una campagna melicola italiana più generosa sotto il profilo dei volumi, il lavoro con il mercato indiano proseguirà fino a primavera inoltrata. "Stiamo vivendo una buona campagna e ci stiamo accreditando come un buon partner per i produttori trentini - aggiunge Linhart - un partner affidabile, che permette loro di gestire un mercato complesso come quello indiano. Per le realtà trentine siamo una garanzia e di questo ci sentiamo gratificati: il prezzo che riconosciamo non sarà quello di un prodotto premium, in quanto richiediamo quotazioni competitive, ma garantiamo volumi e paghiamo secondo l'articolo 62, offrendo al sistema melicolo un nuovo sbocco commerciale".

La storia di Atlante ha inizio nel 2002 grazie all’intuizione di Federico Nanni e Natasha Linhart, e si avvale oggi di un team internazionale di 55 dipendenti, di cui 7 tecnologi alimentari. L’azienda ha registrato, negli anni, una crescita costante a doppia cifra, passando nell’arco dell'ultimo decennio, da 23,6 milioni di fatturato del 2008 ai 150 milioni di euro del 2018, di cui il 55% realizzato in Italia e il 45% all’estero. L'impresa di Casalecchio di Reno è attiva anche nell’export delle migliori specialità del made in Italy all’estero, in particolare nel Regno Unito, per la catena Sainsbury’s, in Svizzera per Migros e negli Stati Uniti per Kroger. In Italia la società lavora con le principali catene, da Coop a Conad fino ad Esselunga.

Atlante è specialista nella realizzazione di prodotti a marchio e segue in prima persona il ciclo produttivo di ogni alimento. Forte è anche la spinta all'innovazione: ne è un esempio il filetto vegano che è stato presentato all'ultima edizione di Marca (clicca qui per leggere la notizia). "E' un prodotto tecnologicamente avanzato, frutto di anni di ricerca, che dà una risposta ai nuovi trend alimentari - afferma Linhart - Una novità assoluta che sarà presente nei banchi frigo della Gdo nel comparto delle soluzioni vegetali alternative alla carne. Questa innovazione può suggerire una strada anche al mondo dell'ortofrutta: qui c'è molto da fare per avere soluzioni facilmenti disponibili a servizio del consumatore. Alcune catene, come Esselunga, stanno lavorando molto bene su questo profilo - conclude l'imprenditrice - pensando anche al pubblico giovane, ai consumatori che vogliono trovare le verdure pronte da cuocere con il wok oppure un brodo vegetale già fatto".

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