«Quarta gamma, filiera sotto stress»

Battagliola: segnali di difficoltà a partire dai campi, il prezzo non sia l'unica leva

«Quarta gamma, filiera sotto stress»
Quarta gamma, non sono tutte rose e fiori. I dati relativi al 2018 sorridono, ma la crescita in volume (+8,2%) è sensibilmente superiore a quella in valore (+5,9%), a dimostrazione di una pressione sui prezzi importante. E Andrea Battagliola, direttore commerciale de La Linea Verde, azienda ai vertici nel settore, non nasconde una certa preoccupazione: “Ci sono segnali che non possiamo ignorare perché, a partire dal campo, c’è uno stress su tutta la filiera che, pur essendo in sofferenza, è riconosciuta da tutti come virtuosa, moderna, innovativa, efficiente. Bisogna però agire, in modo coordinato, per cercare di invertire l’inerzia”. 



La leva del prezzo, sottolinea Battagliola, non può e non deve essere l’unico riferimento nelle strategie di settore: “Serve condividere con i protagonisti della filiera e quindi anche con la Gdo una riflessione su come far crescere il valore, per evitare di banalizzare un prodotto che ha tanto da dire, è apprezzato e sicuro, ma sta dando segnali negativi e richiede un cambio di visione". 



"Il prezzo è importante certo - aggiunge Battagliola - ma va trovato il giusto mix, senza forzare: ci sono tante leve su cui agire, pensiamo ad esempio a ciò che sta alle spalle del prodotto e può essere raccontato. Il fresco è considerato una chiave di differenziazione. Pensiamo a come proporlo al meglio”.


Andrea Battagliola con Valèrie Hoff a Fruit Logistica

Dopo aver chiuso il 2018 con un giro d’affari di 300 milioni di euro, La Linea Verde  conferma intanto la spinta innovativa, testimoniata dal lancio delle Zuppe fresche “Dimmidisì Gusto d’Oriente” a Fruit Logistica e ha in programma per i prossimi mesi investimenti strutturali nei suoi stabilimenti italiani: novità in vista nel quartier generale di Manerbio (Brescia), in Campania, dove sta per prendere il via un piano di espansione con Ortomad e in Sardegna, dove il processo di modernizzazione e ampliamento è legato a doppio filo all’Op Agricola Campidanese. Sempre più strategiche poi le filiali in Serbia, fulcro del progetto Est Europa, nell’ottica di attivare rapporti commerciali con i Paesi dell’area balcanica fino alla Russia, e in Spagna, dove è stato acquisito un secondo sito produttivo. Tasselli in un mosaico che vede l’export rappresentare oramai il 35% circa del fatturato. “Ma il nostro cuore rimane e rimarrà sempre italiano”, tiene a puntualizzare Battagliola.

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