Da Eva a Biancaneve, il viaggio della mela

Philippe Daverio e l'emozionante panoramica sul frutto al convegno Apot

Da Eva a Biancaneve, il viaggio della mela
Tra frutticoltura e arte c'è uno stretto rapporto, da cui il settore può trarre importanti spunti. Se n'è parlato anche venerdì scorso al Teatro Sociale di Trento, dove ha avuto luogo il convegno annuale di Apot, nell’ambito del progetto Trentino Frutticolo Sostenibile, dal titolo “L’altra metà della mela”, spicchi di economia, arte e territorio”.

L’iniziativa ha voluto valorizzare il patrimonio culturale, economico e sociale del sistema frutticolo trentino, rappresentativo di storia e tradizione e che oggi è sempre più orientato alla modernità e sostenibilità (clicca qui per leggere la notizia). Un incontro di idee e punti di vista storico scientifici che hanno inteso rendere più percepibile alla comunità quanto valga mantenere vivo e attraente il territorio anche attraverso un prodotto semplice come la mela, così fortemente identitario in Valle di Non e in Trentino.

Attesissimo ospite d’eccezione, Philippe Daverio - scrittore e storico dell’arte e conosciutissimo personaggio televisivo - che ha offerto una simbolica ed emozionante panoramica circa la presenza della mela nelle opere d’arte più significative: “Abbiamo un dialogo eterno con la mela, fin dalle prime rappresentazioni iconografiche che ritraevano Eva con il frutto avvolto dal serpente; la mela è un elemento stabile del nostro immaginario che attraversa la nostra storia, lo vediamo nella pittura ma anche nella letteratura, nella filosofia. Si pensi per esempio a Platone che descriveva la mela come la sommatoria delle due metà perfette. Se dovessimo parlare di economia, nella grande emancipazione italiana cinquecentesca la dimostrazione di una società ricca sta per esempio nelle nature morte, dall’altra parte possiamo invece leggere la sofferenza, probabile riflesso della situazione sociale di allora, nella famosa mela bacata di Caravaggio”.

Daverio ha concluso con un invito agli ospiti presenti a valorizzare le risorse che ha il Trentino, come i suoi paesaggi agricoli, i castelli e le mele, la cui storia “merita la giusta esaltazione, recuperandone il valore di mito”.
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