Gli agrumi entrano nel salotto di «Porta a Porta»

Prandini (Coldiretti) e il ministro Centinaio dibattono su problemi e opportunità in Cina

Gli agrumi entrano nel salotto di «Porta a Porta»
Agrumi e possibilità di export in Cina. L'ultima puntata di "Porta a Porta" - lo storico programma tv di Rai 1 - dedicata ai problemi della filiera agroalimentare italiana, ha fornito ai telespettatori una veloce panoramica sullo stato dell’agrumicoltura nazionale. Negli ultimi 15 anni, è stato detto, abbiamo perso circa 60mila ettari di agrumeti e oltre il 30% della produzione è rimasto sulle piante per problemi commerciali, secondo i dati della Coldiretti. Eloquente il caso delle clementine: nel 2018 il prezzo all'ingrosso si è attestato a 15 centesimi di euro il chilo, pari al 20% delle spese per produrle. 

"La Spagna, grazie agli incentivi statali per sostenere il trasporto su gomma e su rotaia, ha la possibilità di esportare i propri agrumi nel Nord Europa in tempi molto più ridotti rispetto ai nostri”, ha spiegato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini al conduttore Bruno Vespa. "In questi giorni - ha proseguito Prandini - in Italia si sta parlando solo ed esclusivamente di Tav. Ma il nostro Paese avrebbe bisogno di un piano infrastrutturale che parta dal Mezzogiorno e che ci metta nella condizione di fare arrivare velocemente i nostri prodotti freschi nel resto dell'Europa".

Sarebbe possibile prevedere questo tipo di incentivi anche in Italia? "Difficile", ha risposto in studio il ministro dell'Agricoltura, Gian Marco Centinaio. "Ci vorrebbero troppi fondi che l'agricoltura italiana non ha. E’ inutile nasconderlo". 



Centinaio ha ricordato, però, che il Governo italiano ha “deciso di inserire la questione agrumi nel Decreto Emergenze” e che ha da poco sbloccato l'accordo per l’export in Cina. Un mercato lontano dove le nostre arance rosse potranno essere vendute addirittura “a cinque euro l'una in confezioni monouso”.

I primi due container, spediti da Oranfrizer, arriveranno a Shanghai il prossimo 18 marzo. "Si tratta di un test sotto tutti i punti di vista - dice a Italiafruit News Salvo Laudani, marketing manager dell'azienda di Scordìa (Catania) - che proveremo ad accompagnare con specifiche attività di supporto".

Intanto nei giorni scorsi Luciano Cillis, portavoce alla Camera del Movimento 5 Stelle, ha presentato una interrogazione al ministro Centinaio, al fine di comprendere i motivi per cui non possono essere esportate in Cina anche le arance bionde. "L'esclusione delle varietà di arance a polpa bionda dal protocollo non trova alcuna giustificazione di carattere tecnico - si legge nella risposta scritta del ministro - Nonostante gli sforzi profusi per superare le resistenze da parte delle autorità cinesi, il problema non è stato superato. Si è quindi deciso di sottoscrivere comunque il protocollo per non pregiudicare le possibilità di esportazione delle varietà autorizzate già dall'attuale campagna commerciale e di promuovere - ha concluso - un ulteriore confronto tecnico, volto a rimuovere al più presto il vincolo nei confronti delle varietà di arance non ancora autorizzate".  

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