Fragole, il Mezzogiorno torna a regime

Baruzzi (Crea): qualità altissima. E in Romagna inizia la fioritura

Fragole, il Mezzogiorno torna a regime
La campagna italiana delle fragole è caratterizzata in questo momento da una qualità molto elevata, specie per le varietà più diffuse quali Sabrosa in Basilicata, Sabrina in Calabria e Melissa in Campania. Gli impianti del Mezzogiorno, dopo una fase di forte rallentamento dovuta al freddo di gennaio e febbraio, sono tornati a produrre quantità interessanti. E anche la Sicilia, con la varietà extra-precoce Florida Fortuna, sta riscontrando un ottimo standard produttivo e qualitativo, grazie alle temperature non elevate che si misurano nell'isola.

"Attualmente la qualità dei frutti è altissima, soprattutto nel Metapontino", sottolinea a Italiafruit News Gianluca Baruzzi del Crea-Ofa (Centro di ricerca Olivicoltura, frutticoltura e agrumicoltura). "Il flusso produttivo degli impianti finora non ha rispettato le attese dei fragolicoltori, malgrado la spinta produttiva che c'è stata sino a dicembre. In questi ultimi giorni, tuttavia, tante aziende registrano un ritorno ai volumi previsti e si aspettano, d'ora in poi, un andamento costante e crescente".



E' il caso, ad esempio, dell'azienda Nuova Tropeano di Curinga (Catanzaro) che coltiva la fragola Sabrina su 16 ettari. "Adesso siamo in una fase di qualità straordinaria e riusciamo a produrre dai 50 ai 70 quintali al giorno - dice l'imprenditore Massimo Carioti - Tra poco più di una settimana entreremo in piena produzione, passando a 120-150 quintali per giornata. Sabrina si sta adattando molto bene al clima mediterraneo della Calabria", una regione che quest'anno dovrebbe aver ridotto del 10-15% le superfici (a circa 130-140 ettari) rispetto alla scorsa campagna, a causa dell'alluvione avvenuta nel mese di ottobre.

"Da una settimana, per fortuna, in Basilicata la produzione di Sabrosa comincia a essere abbondante e regolare", evidenzia Carmela Suriano, Ceo del Club Candonga. "Le raccolte sono migliorate sensibilmente in termini di quantità. Oggi ogni pianta può produrre circa 70 grammi e pensiamo di arrivare a 120-150 grammi nelle prossime due settimane. Sul fronte del commercio non si registra quell'euforia che c'era gli anni scorsi: la fragola suscita sempre più attenzione rispetto ad altre referenze, ma in generale le persone stanno comprando meno".


 
Circa le nuove varietà, Baruzzi evidenzia il fermento dell'attività sperimentale di breeding, svolta in particolare da aziende private (Planasa, Nova Siri Genetics, Consorzio italiano vivaisti, Fresas Nuevos Materiales, ecc.) che stanno introducendo sul mercato molte selezioni adatte agli areali meridionali. "Anche noi del Crea - aggiunge - stiamo conducendo un programma di breeding in collaborazione con l'azienda Piraccini, che ci sta portando a valutare nuove cultivar potenzialmente interessanti per il Mezzogiorno".

Spostando l'attenzione al Nord Italia, le varietà più precoci in coltura protetta stanno entrando in fioritura nell'area del Cesenate, dove "la raccolta - spiega Baruzzi - potrebbe iniziare nella seconda decade di aprile, quindi con un anticipo di qualche giorno. Per la zona del Veronese, invece, non si registra l'anticipo che si vede in Romagna". 

Il Veneto, secondo i dati di Suriano, quest'anno dovrebbe registrare un calo importante delle superfici. Anche la Romagna vedrà una riduzione. "Il Settentrione - conclude la Ceo del Club Candonga - si trova purtroppo a dover competere sempre di più con la fragolicoltura tedesca. La Germania, in condizioni di temperatura favorevoli, può infatti iniziare a produrre a fine aprile, e ciò va ovviamente a limitare gli sbocchi di esportazione. La pressione iberica, finora, non si è sentita perché la Spagna deve scontare la morte di circa il 30-40% delle piante di Fortuna: le loro superfici, rispetto alla scorsa campagna, dovrebbero essersi quasi dimezzate".

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