Frutti italiani spacciati per francesi, esplode il Kiwigate

Parigi, nel mirino sette aziende. «Il Made in Italy costa meno». Fabbri: vigliaccheria

Frutti italiani spacciati per francesi, esplode il Kiwigate
Kiwi italiani spacciati per francesi, vasta operazione a Parigi. La Direzione generale della concorrenza, dei consumi e della repressione delle frodi ha scoperto che sette aziende, in tre anni, hanno venduto 15mila tonnellate del frutto (il 12% del settore) spacciandolo per Made in France quando invece veniva prodotto nel nostro Paese. Nel mirino delle autorità giudiziarie, nell’ambito dell’operazione ribattezzata "Kiwigate", un beneficio illecito stimato in 6 milioni di euroStando ai dati diffusi dall'Ufficio interprofessionale del kiwi francese, ogni anno la filiera produce in media 45mila tonnellate del frutto mentre quella italiana ne vende 400mila. I titolari delle aziende coinvolte nella truffa rischiano fino a due anni di carcere e 300mila euro di multa.



I kiwi francesi, scrive la stampa d'Oltralpe, sono più cari rispetto a quelli italiani (“mediamente 70 centesimi a pezzo contro 50”) sia per i costi della manodopera inferiori che per l'utilizzo di "prodotti fitosanitari autorizzati solo in Italia, che garantiscono rendimenti più elevati del frutto". 

Una versione che lascia in parte perplesso Pietro Fabbri, coordinatore del Comitato di prodotto dell’Organismo interprofessionale: “Vero che il kiwi francese mediamente costa più del nostro, anche perché è un mercato abbastanza protetto dagli agricoltori, più di quanto avvenga in Italia. Ma sul fatto che fitosanitari importanti siano autorizzati solo nel nostro Paese ho seri dubbi, c’è una normativa europea e non credo ci siano differenze rilevanti in questo ambito”. 

“Se i francesi vendono prodotto italiano spacciandolo per nazionale - conclude Fabbri - fanno quello che non dovrebbero fare, esattamente come avviene nel nostro Paese quando qualcuno spaccia per italiano kiwi in realtà greco. E’ una cosa da non fare e da denunciare. E’, diciamolo chiaramente, una vigliaccheria nei confronti del proprio Paese”.

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