Danni da cracking, ancora tutto fermo

La Sicilia aveva chiesto l'intervento del Fondo di solidarietà. Pressing sul ministero

Danni da cracking, ancora tutto fermo
La nuova campagna dell'uva da tavola si avvicina, ma i produttori siciliani hanno ancora sulle spalle il peso dei danni causati dal cracking nella scorsa annata. La Regione aveva stimato un impatto di circa 200 milioni di euro (clicca qui per leggere la notizia), chiedendo l'intervento del Fondo di solidarietà nazionale per far fronte a questi danni. Ma la partita è ancora ferma. La questione recentemente è stata affrontata anche dall'eurodeputato Ignazio Corrao, che ha sollecitato il Mipaaft ad attivarsi immediatamente su questo fronte.

"Da giugno a settembre dello scorso anno la produzione di uva da tavola in Sicilia è stata colpita da una grave calamità, il cracking, un fenomeno che si manifesta improvvisamente a causa di repentine variazioni climatiche, intacca la qualità dell’uva e la rende inservibile per il commercio - ha detto l'eurodeputato - Il cracking sta rovinando centinaia di produttori di uva da tavola in Sicilia, ha provocato ingenti danni, e la Regione ha certificato circa 500 milioni di perdita di valore lordo della merce, ma potrebbe essere anche il doppio. Insomma, un’intera economia, soprattutto nella zona agrigentina vocata a questa coltura, letteralmente in ginocchio".



Corrao aggiunge: "Purtroppo i danni da cracking non sono coperti da assicurazione perché il cracking è considerato un evento straordinario, non prevedibile, e non è inserito nella lista del ministero degli eventi assicurabili. Da quattro mesi c’è una richiesta al ministero dell’Agricoltura da parte della Regione Siciliana per sbloccare il fondo di solidarietà in deroga, già usato per i pioppi veneti e la Xylella. Chiedo dunque al ministro Gian Marco Centinaio di attivarsi immediatamente per dare seguito alla richiesta della Regione Siciliana e usare il fondo di solidarietà per sostenere i produttori siciliani, così come fatto in altre regioni".

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