Agrumi dai Paesi Terzi, la Spagna batte i pugni a Bruxelles

Import Ue su del 40% in sei anni, boom da Egitto e Marocco: Ava-Asaja chiede interventi. I dati

Agrumi dai Paesi Terzi, la Spagna batte i pugni a Bruxelles
L’agrumicoltura è in crisi e la Spagna conferma il dinamismo che la caratterizza nei periodi “bui”: i massimi esponenti di Valencia Farmers Association (Ava-Asaja) hanno denunciato a Bruxelles, in una riunione con la Direzione generale Agricoltura della Commissione europea che la firma di accordi commerciali tra Ue e Paesi terzi sta avendo un "impatto devastante" sul settore nel Vecchio Continente. I numeri parlano chiaro: c’è stato un aumento delle importazioni del 40% in sei anni. 

Nel corso dell’incontro, cui ha partecipato anche Daniel Acevedo del Copa-Cogeca è stato consegnato un documento sulla base dei dati ufficiali del ministero dell'Agricoltura iberico in cui spicca, nel periodo 2013/18 il corposo incremento di acquisti dall'Egitto (+88,8% per 339mila tonnellate) e dal Marocco (+112,8% per un dato assoluto ora attestato a 263mila tons). Il Sudafrica, principale fornitore (813mila tonnellate) è lievitato nel periodo del 26%. Il totale sfiora quota due milioni di tonnellate, il 39,9% in più.




Il presidente della Ava-Asaja, Cristobal Aguado, ha spiegato che "gli accordi commerciali firmati in condizioni di evidente svantaggio competitivo per le produzioni europee e senza applicare i criteri minimi di reciprocità richiesti, ci mettono in una situazione complicata e causano gravi crisi di mercato. La crescente pressione esercitata dai mandarini e dalle arance, entrambi all'inizio della campagna, sta avendo effetti devastanti che si consolideranno nei prossimi anni".



Anche perché “in Sud Africa sono stati piantati altri 10mila ettari di mandarini che produrranno circa 600mila tonnellate nei prossimi anni e la cui destinazione principale è l'Europa, dove si sovrappongono con la nostra produzione precoce”. In ascesa anche le superfici in Egitto per le arance "che sbarcano da dicembre sul mercato comunitario in competizione con le nostre, in vendita a prezzi stracciati”. I leader di Ava-Asaja hanno consegnato un ulteriore documento che cita 19 materiali attivi per trattamenti utilizzati nei Paesi terzi il cui uso è vietato in Europa.

La Commissione si è impegnata a condurre uno studio dettagliato al fine di valutare correttamente l'impatto di questi accordi preferenziali sull’agrumicoltura europea.

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