Cera: «Prezzo di cittadinanza? Assurdo e inadeguato»

Il direttore del Maap: provvedimento destinato a naufragare nel mare del libero mercato

Cera: «Prezzo di cittadinanza? Assurdo e inadeguato»
Il “prezzo di cittadinanza” per l’ortofrutta? Un provvedimento inadeguato e anacronistico, destinato al naufragio. Francesco Cera, direttore generale del Mercato agroalimentare di Padova, commenta in modo perentorio l’articolo inserito nel Decreto emergenze agricole approvato alla Camera di cui ha scritto mercoledì Italiafruit News.  

“Questo provvedimento, che cerca senza adeguato studio tecnico preliminare di sanare una problematica vecchia di 50-60, anni non ha futuro”, esordisce Cera. “Il libero mercato, l’incontro delle curve domanda-offerta, anzi di rette rigide nel caso delle commodities agricole che ne determinano il prezzo finale, non possono essere sostituite da una norma non pensata e studiata adeguatamente con gli esperti del settore”. 

“Il prezzo di produzione in agricoltura, e in ortofrutta ancora di più, ha un numero enorme di variabili. Ci vogliono sofisticate tecniche di economia agraria per definirlo e ciò nonostante si sbaglia ugualmente”. “Negli anni Settanta - ricorda Cera - si provò a gestire i prezzi con l'Aima, Azienda per gli interventi sul mercato agricolo, gestita dal Governo italiano: nei telegiornali venivano mostrate le ruspe che distruggevano le arance in eccesso di offerta. Il risultato? Solo scandali, pesi truccati e tangenti…”.



“Non tutto può essere ricondotto a un semplice desiderata da trascrivere in quattro articoli di una legge magari nata sulla onda di pancia delle giuste rivendicazioni per il latte dei pastori sardi”, aggiunge il direttore del Maap. “Il mercato, l’economia, gli equilibri del libero scambio sono cose difficili e interconnesse con variabili non facili da incasellare e una legge che di effetto temo avrà solo il titolo, non potrà che essere ricordata come un tentativo di risoluzione mal posto e mal studiato. Anche perché va a rivoltare il concetto di libero mercato ed è discriminante in quanto riguarda solo alcuni ambiti produttivi”.

"E i ricercatori Ismea che, nel caso, dovranno definire i parametri economici e quantitativi di questo presunto nuovo sistema?", si chiede Cera. "Saranno novelli navigator che proveranno a districarsi in un ginepraio impossibile da gestire e definire, quello del libero mercato...

“Non so che esperti di settore siedano in Commissione agricoltura - conclude Cera - di sicuro c’è che nel 2017 è stato con fatica finalmente costituito al ministero delle Politiche agricole il Tavolo nazionale della ortofrutta a cui siedono tutte le sigle e i massimi esperti nazionali dei diversi comparti, dalla produzione ai mercati all'ingrosso alla grande distribuzione: finora ha lavorato e si è concentrato sul catasto ortofrutticolo, ma avrebbe il compito davvero strategico di operare su tutte le possibili tematiche di rilancio del settore. Non credo che a questo tavolo, presieduto dalla brava e attenta vice ministro Alessandra Pesce, sia stata portata la questione del prezzo di cittadinanza per i prodotti ortofrutticoli: sarebbe interessante sentirne almeno il parere”.

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