Ibisco di Gowan, un supporto anche per l'uva da tavola

Dopo solanacee e cucurbitacee, semaforo verde all'impiego per il controllo dell'oidio su vite

Ibisco di Gowan, un supporto anche per l'uva da tavola
Un nuovo alleato per i produttori di uva da tavola: da quest’anno Ibisco - elicitore antioidico già utilizzabile su solanacee e cucurbitacee in serra - è impiegabile anche sulla vite. La nuova sostanza attiva Cos-Oga (chito-oligosaccaridi oligo-galaturonidi) è stata la prima “a basso rischio” approvata a livello europeo e il Regolamento Ue del 22 ottobre 2018 ne consente l'impiego anche in agricoltura biologica. Ibisco è, appunto, il formulato a base di Cos-Oga distribuito in esclusiva da Gowan Italia che, a seguito di estensione d'etichetta decretata a fine 2018, è consentito anche per il controllo dell'oidio della vite da vino e da tavola.
 
Il “valore innovativo” di Ibisco è testimoniato anche dall’importante riconoscimento ottenuto (unico agrofarmaco fra i premiati) in occasione di Fieragricola 2016 quando vinse il Premio Innovazione. E vista l'estensione d'impiego su vite, la conferma è arrivata con il riconoscimento "New Technology" nell'ambito del Enovitis Innovation Challenge 2018.
 
Nel dettaglio, Cos-Oga è un complesso brevettato di origine naturale, messo a punto dallo spin-off universitario FytoFend SA (Belgio), stabilizzato a due componenti: chito-oligosaccaridi  (“Cos”) derivati dal chitosano e oligo-galaturonidi (“Oga”) di derivazione pectinica. Ibisco con i suoi frammenti “Cos” e “Oga”, riproduce le interazioni pianta-patogeno che avvengono in natura e agisce così come doppio “elicitore” (attivatore) delle autodifese naturali della pianta. Legandosi ai recettori della membrana vegetale, le due componenti producono un doppio segnale biochimico d’allarme, molto rapido e intenso, che si diffonde nella pianta e “accende” diverse risposte fisiologiche di difesa, in modo da rendere la pianta più reattiva e pronta (minor tempo di “risposta”) nel riconoscere e contrastare eventuali attacchi patogeni. La pianta diventa così in grado di contrastare eventuali attacchi da parte dei funghi patogeni, in particolare l’oidio. E grazie ai diversi processi di difesa coinvolti, non c’è rischio di sviluppare resistenze da parte dei patogeni.
 
Ibisco può dunque essere impiegato per il controllo dell’oidio delle cucurbitacee  (melone, anguria, zucchino, zucca, cetriolo) e solanacee (pomodoro, peperone, melanzana) in coltura protetta, e ora anche della vite. Il suo impiego non prevede un periodo di sicurezza da rispettare prima della raccolta (intervallo di carenza: zero giorni), viste le caratteristiche della sostanza attiva, che non è tossica per l’uomo, gli animali e l’ambiente e per la quale non sono previsti limiti massimi di residuo sulle derrate alimentari.
 
Va impiegato in modo preventivo con almeno due-tre interventi fogliari ripetuti, in modo da manifestare un effetto elicitore “cumulativo” sui meccanismi di auto-difesa della pianta. Oltre che in agricoltura biologica, si inserisce anche all’interno di strategie di difesa integrate con gli antioidici tradizionali, sia nelle fasi iniziali che successivamente, fino alla raccolta-vendemmia. L’efficacia antioidica di Ibisco è stata dimostrata da centri di saggio ed enti ufficiali e già provata - ad esempio su orticole - da diversi agricoltori con ottimi risultati.
 
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