Frutta estiva, bio redditizio quanto difficile

Bertoldi (Brio): prezzi sopra l'euro in campagna, le criticità limitano l'espansione

Frutta estiva, bio redditizio quanto difficile
La frutta estiva biologica fa corsa a sé e “vale” molto più di quella convenzionale, ma le complessità legate a produzione e commercializzazione ne rendono difficile uno sviluppo su ampia scala. Se nei campi e nei punti vendita le quotazioni di pesche e nettarine bio sono sensibilmente superiori a quelle delle drupacee “standard”, le difficoltà di natura tecnica in fase produttiva, la minore conservabilità, la diffusione di malattie e l’instabilità dei consumi scoraggia in molti casi il passaggio all’organic. Ciò nonostante, la progressione del settore non si ferma.

“I prezzi all’origine, mediamente sopra l’euro, sono buoni, decisamente più confortanti di quelli del convenzionale - commenta il direttore generale di Brio, Andrea Bertoldi - ma vanno considerato da un lato i maggiori costi sopportati da chi sceglie di puntare sul bio, dall’altro le criticità a monte della filiera a causa di problemi tecnici, scarsa durata del prodotto e conseguente necessità di commercializzare velocemente, con difficoltà, in certi casi, di garantire forniture continuative. Il risultato è che l’offerta di frutta estiva bio non aumenta in modo sostenuto e anzi, in certi areali, negli ultimi anni è diminuita. Discorso diverso per la frutta autunno-invernale: mele, pere e kiwi, per loro natura, presentano meno problematiche”.



La soluzione? Per Brio, oltre a produrre bene, occorre farlo in modo organizzato: solo così, per l'organizzazione, si può pensare di raggiungere l’obiettivo di convertire al bio l’agricoltura italiana, rendendo migliore il territorio, portando sulle tavole prodotti sani. Per i prossimi anni Brio punta su ampliamento della produzione, rivisitazione dell’assortimento con una maggiore incidenza della materia prima dei soci, dell’origine italiana e una maggiore disponibilità di specie e varietà; e ancora, consolidamento del progetto di allargamento della base produttiva e coinvolgimento degli agricoltori italiani, valorizzando le referenze top destinate alla linea Alce Nero. Il tutto abbinato alla sostenibilità del packaging e al rafforzamento delle sinergie commerciali con le altre aziende del Gruppo.

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