Linoci lancia le melagrane Zero Chimica

L'imprenditore pugliese presenta il suo protocollo: «Primato mondiale»

Linoci lancia le melagrane Zero Chimica
Zero chimica. E' un'utopia? Non per l'Azienda Linoci, realtà pugliese specializzata nella melagrana, che su questo concetto ha realizzato un protocollo produttivo e creato un brand per contraddistinguere le sue produzioni: un messaggio chiaro e diretto al consumatore per identificare un frutto coltivato in tutte le sue fasi senza agrofarmaci.

Dopo i test dello scorso anno, le melagrane Zero Chimica Linoci si apprestano a debuttare sul mercato. "Affrontiamo la nuova stagione con i nostri prodotti Zero Chimica, che hanno riscontrato grande successo sia presso i mercati ortofrutticoli italiani che presso i clienti della Gdo nazionale", spiega a Italiafruit News Giacomo Linoci, titolare dell'azienda di Grottaglie (clicca qui per ulteriori informazioni)



Ma come nasce il protocollo Linoci e su cosa si basa? "Ho sperimentato per anni e ho affinato il metodo che basa le sue fondamenta sull’esclusione totale dalla coltivazione in campo e in stoccaggio di molecole di natura sintetica, avvalendosi invece della difesa fitosanitaria di una lunga serie di estratti naturali di elevata qualità, esenti da contaminanti come Fosetyl-al, Fosfiti, Matrine, Clorati e Perclorati. Usiamo principalmente sostanze di base: sia le performance che i costi produttivi sono paragonabili al convenzionale. Ma c'è una differenza sostanziale: le nostre melagrane sono sane, belle e salubri e si prestano inoltre ad essere utilizzate integralmente, anche la loro buccia è edibile, da impiegare per preparati dolciari, decotti, infusi... Inoltre i frutti mostrano una shelf-life superiore, perché le sostanze naturali impiegate rafforzano la pianta anche nei confronti di attacchi fungini, ad esempio. La soluzione individuata permette un'induzione di resistenza e un'interazione diretta sul patogeno come azione di difesa diretta".



La sperimentazione del Protocollo Linoci (clicca qui per informazioni) è partita cinque anni fa sulle melagrane. Ma queste tecniche – rimarca l'esperto - sono trasferibili su tutte le altre colture come uva da tavola, kaki mela, ortaggi... Il metodo Zero Chimica vuol quindi rimarcare la sua diversità, anche nei confronti del biologico e di alcuni prodotti impiegati in agricoltura. “Noi non usiamo né rame né zolfo – aggiunge Linoci – E rispetto al bio nei nostri trattamenti non vengono impiegati prodotti che contengono coformulanti, quindi non hanno nessuna indicazione di carenza, tantomeno di tossicità. Poi nel Documento di valutazione del rischio aziendale, il Dvr, le imprese non sono tenute a valutare nessun rischio chimico, in quanto non sono utilizzate sostanze di sintesi". 

"Per strategia commerciale - dice ancora Linori - disponiamo anche del prodotto certificato bio, ma è sempre coltivato con il protocollo Zero Chimica: le melagrane bio saranno confezionate in packaging differente rispetto alle melagrane Zero Chimica, che continueranno a esser lavorate nella nota confezione Linoci con bollino. Tutte le filiere sono accuratamente controllate evitando contaminazioni di prodotto e di processo. Zero Chimica è un brand che, quindi, diversifica la proposta con un'offerta chiara, che può essere d'appeal per il consumatore e quindi molto interessante per la Gdo, molto più del residuo zero".



La campagna melagrane è ormai ai nastri di partenza. "A giorni iniziamo raccolta e la vendita della varietà più precoce, Acco, per poi passare a Mollar e Wonderfull verso la metà di ottobre. Come ogni anno stocchiamo in cella frigo parte della merce più bella in modo tale da arrivare a Natale e Capodanno con dei veri e propri gioielli, e poter quindi far fare bella figura ai nostri clienti – conclude Giacomo Linoci - Inoltre siamo centro di raccolta per tutta la Puglia dei frutti da destinare all'estrazione di succhi".

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