Uva da tavola, dalle precoci poche soddisfazioni

Pavone: «Certi Paesi richiedono merce a prezzi stracciati. Noi rispondiamo con la qualità»

Uva da tavola, dalle precoci poche soddisfazioni
L'uva da tavola precoce, in questa stagione, ha creato qualche grattacapo ai produttori. “Tra fine agosto e l'inizio di settembre il periodo è stato pesante, si è venduto poco – spiega a Italiafruit News Vito Pavone, titolare di Uva Pavone, azienda pugliese specializzata in uva da tavola – Le nostre varietà di punta, come Vittoria e Italia, all'esordio hanno peccato un po' di colore e all'estero questo è un problema. Sulle senza semi, invece, abbiamo avvertito una forte concorrenza da Grecia e Spagna che si posizionano su prezzi molto competitivi”.

uva da tavola seedless

La risposta dell'uva italiana non può che essere la qualità, sia di prodotto che di presentazione. “Quest'anno ho debuttato sul mercato svedese con Red Globe e Vittoria: rispetto alle uve di altri Paesi c'è una differenza abissale sul fronte del prezzo, ma al supermercato il cliente apprezza l'uva italiana, ma il prezzo alto non incentiva il consumo... Insomma, il Made in Italy funziona, ma quando c'è una forte concorrenza sul prezzo diventa un valore relativo. Per quanto riguarda il packaging ho cercato di innovare e di portare soluzioni che potessero far breccia nei mercati del Nord Europa: per esempio abbiamo lanciato un cestino con il manico in carta, differenziando la confezione pre rendere riconoscibile l'uva con semi dalla senza semi. In questi mercati la plastica e la spugna non la vogliono più, tra le alternative introdotte anche una bag in carta molto elegante, che ha avuto successo anche in Italia”.



Tornando ai vigneti pugliesi, Pavone rileva come la produzione quest'anno sia inferiore al 2018. “E poi c'è stato un ritardo dell'avvio della raccolta dovuto a una primavere non certo ideale – aggiunge l'imprenditore – La qualità, specialmente sulle senza semi e per l'Italia, c'è. L'uva ha tardato a prendere colore, ma dalla seconda metà di agosto in avanti c'è stata un'accelerazione nella maturazione e sul fronte qualitativo possiamo essere ottimisti. Ora, con le vacanze alle spalle e l'autunno alle porte, speriamo che i consumi possano ripartire”.

L'uva da tavola italiana cerca nuovi mercati ma, come ricorda Pavone, bisogna stare attenti ad allontanarsi da mercato consolidati come la Germania, “perché in Paesi più emergenti, poi, ti richiedono uva a prezzi stracciati, vogliono ritirare Red Globe a 75-80 centesimi, meno dello scorso anno, è insostenibile. La Germania, mercato di riferimento per le uve italiane, non è più quel mercato che consumava allegramente uva e la situazione sta diventando pesante. Tanto che i prezzi, nonostante una qualità eccelsa, sono più bassi dello scorso anno”.



Uva Pavone coltiva per il 60% varietà seedless e per il 40% uve tradizionali come Italia, Vittoria e Red Globe. “Sulle senza semi, però – ammonisce l'imprenditore pugliese – c'è una confusione in termini varietali, la proliferazione di varietà seedless non aiuta né il produttore né il consumatore. E poi c'è il tema della royalties... Ci sarebbero certi meccanismi da rivedere: il produttore non è più libero di scegliere come coltivare, ci sono tanti paletti - conclude Vito Pavone - in certi casi si arriva al punto di cedere la capacità di fare impresa”.

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