Cimice asiatica, ecco il piano Made in Italy

Ieri al Mipaaf l'incontro con gli assessori regionali: richieste e progetti

Cimice asiatica, ecco il piano Made in Italy
Interventi concreti e rigorosi frutto di un lavoro condiviso: l’atteso incontro di ieri al Mipaaf tra la ministra Teresa Bellanova e gli assessori regionali all’Agricoltura sulla cimice asiatica si è concluso con la promessa del massimo impegno, da parte dell’esponente del Governo Conte, sul flagello che sta mettendo in ginocchio l’ortofrutticoltura di molte regioni. “Abbiamo ben chiaro”, ha detto in proposito Bellanova, “la gravità del problema e il danno che significa: le nostre strutture sono a disposizione per costruire le azioni comuni necessarie. Questa non è una emergenza regionale ma nazionale ed europea, e per questo intendo discuterne anche a Bruxelles”. Gli assessori all'Agricoltura di Lombardia, Veneto e Provincia Autonoma di Trento, hanno presentato una proposta unitaria: istituire un fondo straordinario per affrontare il tema della cimice asiatica. “La cimice asiatica sarà la Xylella del Nord se il problema non sarà affrontato per tempo”, ha detto l’assessore Veneto Giuseppe Pan.
 
Simona Caselli, sua omologa per l’Emilia Romagna, rivela ulteriori dettagli dell’incontro: “Abbiamo un piano nazionale contro la cimice asiatica, che contiene le nostre richieste e che sarà approvato in via definitiva il 10 ottobre. E sui danni, davvero ingenti per gli agricoltori, è stato individuato il percorso normativo da seguire, con il Dlgs 102/04 per i fondi da destinare agli indennizzi che dovranno essere inseriti in misura congrua nella prossima legge Finanziaria. il problema verrà portato in sede comunitaria nel Consiglio dei ministri europeo previsto per il 14 ottobre”. 



Nella sola Emilia-Romagna, ricorda Caselli, si contano danni per oltre 120 milioni di euro tra perdita di produzione e minor qualità delle pere, che superano i 200 milioni se si considera anche la fase post raccolta (logistica, manodopera, imballaggi, costi commerciali, ammortamenti, e costi fissi). E vanno oltre i 267 milioni in tutte le regioni del Nord Italia. Danni che sfiorano i 50 milioni di euro per il comparto pesche e nettarine, sempre sommando produzione e post raccolto (circa 89 milioni di euro nelle regioni del Nord Italia).

“Valutiamo positivamente - il commento di Davide Vernocchi, coordinatore settore ortofrutticolo dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari - la riunione sull’emergenza cimice asiatica, perché finalmente è emersa in tutta la sua gravità la dimensione di un fenomeno i cui danni ammontano, secondo le stime elaborate dal Cso, a oltre 350 milioni di euro solo per pere, pesche e nettarine e a 486mila giornate di lavoro andate in fumo, compreso anche l’indotto”. Per Vernocchi serve operare su tre fronti: “individuare misure di sostegno immediato alle aziende con piani straordinari; far sì che le aziende dispongano di strumenti efficaci per la difesa già a partire dalla prossima campagna; avviare collaborazioni con la ricerca per individuare percorsi sostenibili nel rispetto dell'ambiente”. 

Apprezzamento per l’esito dell’incontro anche da Confagricoltura che ricorda come siano molte le aziende che minacciano di estirpare i frutteti, “dove le perdite vanno dal 40 al 100% della produzione”.



Nel corso dell’incontro al Mipaaf si è parlato anche di Bilancio post 2020. “Le nostre priorità - ha detto Bellanova - sono due: recuperare i tagli ipotizzati in particolare sullo sviluppo rurale; disinnescare la mina convergenza esterna, che comporterebbe ulteriori tagli ai pagamenti diretti. Abbiamo già colto segnali positivi anche nell’informale di Helsinki, la conferma dovremmo averla nelle prossime settimane in vista del vertice di metà ottobre”. “La Pac post 2020 - ha aggiunto il ministro - deve saper riconoscere le differenze delle agricolture europee, territorio per territorio. Sostenibilità ambientale ed economica devono andare di pari passo, a maggior ragione considerato il ruolo dell'agricoltura nel contrasto all’emergenza climatica”. E sull’etichettatura:  “Serve insistere per valorizzare sempre più e meglio a livello commerciale i prodotti agricoli ottenuti con regole produttive più rigorose. 

“Il Piano strategico nazionale previsto dalla bozza di riforma - ha concluso - dovrà essere un’occasione da costruire insieme. Se è chiaro a tutti che indietro non si torna, è necessario definire il punto di equilibrio; non possiamo continuare a dire no senza una controproposta, né rischiare un negoziato dove non siano chiare la nostra posizione e le soluzioni che avanziamo”.

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