Galline ovaiole per la gestione del corileto

In Basilicata si sperimenta il pollaio mobile: controllo delle infestanti e integrazione al reddito

Galline ovaiole per la gestione del corileto
Il progetto Corilus – Corlilcoltura Lucana Sostenibile entra nel vivo e sperimenta il pollaio mobile nei primi corileti. Per la gestione della coltivazione della nocciola in Basilicata, infatti, si sta provando una tecnica che punta tutto sulla sostenibilità, come spiega a Italiafruit News Carlo Cosentino dell’Università di Basilicata.

Il progetto Corilus, lo ricordiamo, nasce dal partenariato tra gli imprenditori agricoli della rete d'impresa Basilicata in Guscio, il network delle imprese lucane operanti del settore della frutta in guscio, e gli enti di ricerca Unibas-Safe, Unisa-Difarma e il Cnr-Ibam con le funzioni di capofila.

“Si è deciso di introdurre l'allevamento della gallina ovaiola in quanto essendo un animale facilmente gestibile è quello che meglio si adatta al sesto di impianto maggiormente utilizzato nei corileti, ossia il 5x3, e soprattutto all'acclività di molti terreni alto-collinari - sottolinea il professor Cosentino - L’allevamento sarà effettuato praticando una rotazione controllata del pascolo tra le file, sarà rispettosa del cotico erboso al fine di non comprometterlo, evitando così anche i fenomeni di ruscellamento, grazie all’introduzione di pollai mobili appositamente modificati e migliorati. Anche i recinti di contenimento sono mobili e facilmente istallabili al fine di essere spostati tra le file con semplicità escludendo le piante di nocciolo in accrescimento e impiegando poche ore lavorative”.

L'applicazione, in buona sostanza, ha quindi la funzione di contenimento delle infestanti nei primi 5 anni di coltivazione del nocciolo - non produttivo - per contribuire ad una gestione sostenibile e a basso impatto ambientale, in quanto si stima di ottenere una riduzione dei costi dedicati alla gestione delle interfile e in più un’integrazione di reddito. Nell’ambito del progetto tra le imprese agricole aderenti, sono state individuate due aziende con caratteristica di vicinanza dell'impianto corilicolo al centro aziendale e possibile pregressa esperienza in zootecnia. Si tratta di un’azienda della Val d’Agri e una di Filiano, sempre in provincia di Potenza.



Prima dell’introduzione del pollaio sono stati prelevati dei campioni vegetali e dei campioni di terreno per confrontarli con i prelievi che verranno effettuati dopo lo spostamento del pollaio. Pollaio che, come accennato, avrà anche una valenza economica per gli imprenditori coinvolti e rappresenterà un'integrazione al reddito. Ad oggi sono 210 gli ettari di corileti sul territorio lucano.

Due dei maggiori problemi che deve affrontare chi si approccia alla realizzazione di un impianto corilicolo sono quello dell’attesa del reddito (un impianto va in produzione dal quarto quinto anno) e la presenza delle erbe infestanti nei primi anni di allevamento delle piante. A tal proposito su alcuni impianti campione saranno installati dei rilevatori che aiuteranno a monitorare la crescita delle piante e capire quali possono essere le varietà che maggiormente si adattano alle differenti aree pedoclimatiche lucane considerate.

“L’azione progettuale del pollaio mobile - aggiunge Cosentino - è stata tarata su un allevamento di 10 ovaiole per ottenere una produzione di 200-250 uova/gallina/anno per un totale di 2.000-2.500 uova/pollaio/anno. Si stima quindi una integrazione lorda annua al reddito aziendale tra un minimo di 400 e un massimo di 750 euro annui, considerando un prezzo di vendita tra i 20-30 centesimi/uova. Le recinzioni mobili sono costituite da moduli di rete elettrificata. L’uso della rete elettrificata mobile ha lo scopo di delimitare l’area di razzolamento delle galline escludendo le piante di nocciolo in crescita man mano che viene spostato il pollaio tra le file - conclude l'esperto - al contempo ha la funzione di proteggerle dai possibili attacchi dei predatori”.

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