Uva da tavola, Sos consumi (e prezzi)

Nicola Giuliano: «Calo di almeno il 20%. Colpite le varietà con seme»

Uva da tavola, Sos consumi (e prezzi)
L'uva da tavola italiana dovrà essere sempre più focalizzata sulle seedless, mentre le varietà tradizionali come Italia o Pizzutella resteranno una bandiera della proposta tricolore, un prodotto per amatori, di nicchia, magari valorizzato con in una fascia premium. Il destino è scritto secondo Nicola Giuliano, alla guida dell'Op Giuliano Puglia Fruit, realtà di riferimento per il comparto.

In questo dialogo con Italiafruit News l'imprenditore pugliese parla della campagna in corso e di come la filiera dell'uva da tavola deve cambiare. Ma per essere veramente competitiva serve un intervento a livello comunitario per mettere di tutti i player sullo stesso livello (fitosanitario, fiscale, infrastrutturale...).



Giuliano, questa campagna dell'uva da tavola sembra anomala: i presupposti per far bene c'erano tutti, eppure il mercato non premia il prodotto. Che succede?
Meno male che la produzione di quest'anno è inferiore al solito, così non siamo in affanno per collocare i quantitativi raccolti. Sulle piante manca un buon 20-30% rispetto all'anno scorso e la minor produzione va a compensare il ritardo avuto sull'avvio di campagna. Ma non ci preoccupa tanto il ritardo di 15 giorni, piuttosto i consumi in calo.

Si consuma meno uva?

Proprio così. Quest'anno notiamo consumi ridotti, soprattutto in Italia, ma anche all'estero. Noi stimiamo un calo di almeno il 20% da una stagione all'altra.

E come vi spiegate una contrazione del genere?
L'uva con seme non ha avuto quello sviluppo che doveva avere, non è bella come al solito, soprattutto gli acini si presentano più piccoli a causa di una fioritura fredda, di una vite che non ha accumulato le giuste riserve per far crescere gli acini. Dal punto di vista del sapore, però, non ci sono problemi: anzi è un'annata molto positiva per il grado zuccherino e per lo stato di salubrità del grappolo.



Meno uva, meno consumi, e prezzi più bassi?
La problematica delle quotazioni colpisce soprattutto l'uva con seme. All'estero è ormai catalogata come un prodotto da prezzo... E pensare che i costi di produzione dell'Italia, per esempio, sono superiori alle seedless. Dobbiamo iniziare a pensare che c'è un po' troppa uva con seme rispetto alla richiesta del mercato. Ai prezzi attuali le aziende strutturate non ce la possono fare, si lavora sottocosto.

Sulle seedless, invece, il mercato è più vivace?
Lo sviluppo delle seedless è rapido e con grande orgoglio, da pugliese e da azienda che si pone come un modello per il settore, posso dire che i produttori stanno innovando: gli imprenditori hanno puntato su nuove varietà, investendo parecchio. Nonostante la Puglia sia una regione tradizionalista, a differenza della Sicilia è riuscita a mettere in moto il cambiamento. Siamo già verso il 50% di superfici dedicate alle seedless.

E in futuro le varietà tradizionali resteranno solo un ricordo?

Italia e Pizzutella rimarranno prodotti con cui raccontare una fantastica tradizione e il nostro territorio. Uve di nicchia che alimenteranno un segmento particolare, dedicato agli amanti del prodotto tradizionale. Quest'anno anche Pizzuttella ha ridotto di un 5% i suoi consumi e non ha certo avuto i problemi di qualità che ha avuto l'Italia.



Con le senza semi, però, i produttori italiani giocano con lo stesso prodotto dei competitor.
Dispongono delle stesse varietà, certo, ma non giocano ad armi pari: dobbiamo coltivare e vendere le stesse tipologie che si fanno negli altri Paesi e proprio per questo sul mercato te la giochi sul fattore competitivo. Finché andavano le uve con seme non sentivamo tanto questa pressione, ma ora è diverso: Spagna, Grecia, Portogallo, Turchia, per non parlare del Nord Africa hanno condizioni diverse sul fronte dei costi, delle normative.... E' disputare tutti la Champions League ma con regole diverse, con gli avversari che sono in 11 e tu hai una squadra di 9... Potrai anche vincere qualche partita grazie all'eccellenza di qualche giocatore, al guizzo del fuoriclasse, ma è impossibile vincere il torneo.

Sul fronte dell'export all'Italia servono nuove piazze o più competitività?
Nuovi sbocchi sono sempre auspicabili. Detto questo, pensiamo bene a presidiare i mercati dove i nostri prodotti possono arrivare al meglio delle loro condizioni e dove è possibile valorizzare la qualità. Non dimentichiamoci che per l'uva da tavola, e non solo, l'Europa è uno dei mercati più importanti al mondo.

Copyright 2019 Italiafruit News