Perquisizione della Finanza da Sant'Orsola

Perquisizione della Finanza da Sant'Orsola
Gravi indizi che hanno “denotato una infiltrazione di Cosa Nostra, effettuata attraverso riciclaggio di beni, terreni e fornitura di merce da parte della criminalità organizzata di stampo mafioso siciliana”. Queste le ragioni che hanno portato nelle prime ore di ieri mattina il Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria della Guardia di Finanza di Trento ad effettuare delle perquisizioni presso due gruppi Mezzacorona e Sant'Orsola. Due importanti cooperative agricole che operano nella produzione e commercializzazione di vino e piccoli frutti. L'operazione ha riguardato anche alcune società presenti in Sicilia.

Nella nota si fa accenno a gravi indizi che denoterebbero infiltrazioni mafiose su vini e piccoli frutti trentini. Un fatto, questo, non del tutto nuovo e che richiama un'altra indagine avviata nel 2001 partita dalla Guardia di finanza, coordinata dalla Procura di Ragusa, che ipotizzava l'utilizzo di denaro pubblico per compravendite fittizie. Al centro dell'inchiesta era finita l'acquisizione del Feudo Arancio da parte di Mezzacorona. La struttura era stata sequestrata ma poi dissequestrata. Il sequestro riguardava l'intera azienda vinicola e denaro contante per un importo che si aggirava sui 4 milioni di euro in uno delle zone da anni riconosciuta come luogo di interessi di Cosa Nostra. Tutte le accuse erano state respinte e successivamente nel 2011 è stata accolta la richiesta di archiviazione.

L'operazione che ha visto una serie di perquisizioni nella mattinata di ieri sembra prendere le mosse proprio da questi fatti. Non ci sono al momento indagati e infatti viene chiarito che “Tali attività rientrano in un fascicolo, allo stato, contro ignoti”. Nella nota a firma della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica si precisa però anche che “L’inizio dell’infiltrazione nelle società trentine risale al 2001 e continua a tutt’oggi”.

Per conoscere la posizione del Gruppo Mezzacorona abbiamo contattato il legale, l'avvocato Luigi Olivieri. “Questa mattina – ha spiegato a ildolomiti.it - la Guardia di Finanza su mandato della Procura della Repubblica di Trento ha acquisito della documentazione presso la società Mezzacorona. Non ci sono indagati e l'indagine è nei confronti di ignoti. Si tratta da quanto abbiamo potuto capire di un'operazione conoscitiva su questioni del 2001 già indagate”.

Il gruppo Mezzacorona, spiega ancora l'avvocato Olivieri: “Si dichiara totalmente estraneo ai fatti di cui parla questa indagine conoscitiva ed offre la più ampia collaborazione con l'Autorità giudiziaria convinti di essere degli imprenditori virtuosi e di non avere nulla da temere in merito agli approfondimenti che si stanno portando avanti”.

Il gruppo nel corso del pomeriggio ha fatto pervenire una nota attraverso la quale afferma la totale estraneità "a collegamenti e attività mafiose in Sicilia" sottolineando di aver agito correttamente a tutela dei propri soci, azionisti e collaboratori. Sempre nella nota, firmata dal presidente Luca Rigotti, si conferma che nessuna persona del gruppo è indagata.

In merito alla precedente indagine che ha riguardato il gruppo Mezzacorona e l'ex amministratore delegato Fabio Rizzoli (oggi consulente di Sant'Orsola), Olivieri ha spiegato che “il fascicolo è già stato archiviato, Rizzoli attualmente non ha incarichi a Mezzacorona ma è solamente un socio. Attendiamo di avere altre informazioni. Si è sempre agito in maniera corretta secondo i principi di legalità che contraddistinguono questo gruppo”.

Ecco invece la posizione di Sant'Orsola, cooperativa a cui ha fatto visita la guardia di Finanza di Trento ieri mattina e che in una nota si è dichiarata estranea hai fatti. "Nel corso della mattinata - è stato spiegato in una nota a firma del presidente Silvio Bertoldi -  addetti del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Trento hanno compiuto delle verifiche nulla trovando e/o sequestrando. Sant'Orsola dichiara di essere del tutto estranea alle attività al centro delle attenzioni investigative in corso".

Procura e Guardia di Finanza, viene spiegato, stanno compiendo indagini per accertare eventuali responsabilità "a tutela degli imprenditori trentini virtuosi che, inconsapevoli dell’infiltrazione predetta, operano nell’ambito della produzione di vino e di piccoli frutti". Viene inoltra colta l'occasione ringraziare "Gli organi dello Stato all'opera ritenendo le iniziative in corso di importanza vitale per le attività produttive e per il tessuto socio economico virtuoso del Trentino e nazionale".

Fonte: Il Dolomiti