Mele, alla ricerca dell'equilibrio di mercato

Intervista con il nuovo direttore di Vog-Marlene, Walter Pardatscher

Mele, alla ricerca dell'equilibrio di mercato
Fruit Attraction è stata la fiera del debutto per Walter Pardatscher, dal 1 agosto scorso nuovo direttore di Vog. E proprio a Madrid, nello stand Marlene, lo abbiamo incontrato per fare il punto sulla campagna melicola e le sfide del Consorzio altoatesino: produzione, mercato e innovazione.

Pardatscher, la raccolta 2019 che prodotto vi consegna?

C'è un discostamento non trascurabile rispetto alle previsioni iniziali: in estate ci aspettavamo volumi paragonabili a quelli dello scorso anno, ma nei fatti sono inferiori in paragone alle stime. Il motivo? Pezzatura ridotta, soprattutto per Gala e Granny Smith, e poi per la questione cimice.

La cimice asiatica è stata una sorpresa?

No, ce la aspettavamo: prima o poi doveva arrivare anche nelle nostre aree. La Gala non è stata colpita, ma dalla raccolta di Red Delicious in poi sì e abbiamo riscontrato anche danni importanti, molto localizzati nei frutteti attaccati. In media registriamo un danno da cimice pari al 10%.



Per combattere l'insetto cosa intende fare Vog?

Siamo fiduciosi che a livello nazionale l'iniziativa della vespa samurai, l'insetto antagonista della cimice asiatica, possa andare a buon fine. Non sono ancora superate al cento per cento tutte le problematiche burocratiche, ma credo che questa sia l'unica soluzione per risolvere il problema. L'antagonista ha un effetto immediato, serve però tempo perché la popolazione possa crescere a sufficienza per contrastare la cimice: le stime divergono sono tra loro, ma è improbabile che il primo anno si possa attenuare il problema. Ecco perché anche per l'anno prossimo ci aspettiamo danni da cimice in sensibile crescita.

E il quadro produttivo italiano come si inserisce in quello europeo? La pressione dei competitor si fa sentire?

La produzione europea sembra confermare le stime: dovrebbe essere inferiore. Polonia inclusa. La campagna commerciale è partita con ancora un po' di mele dello scorso anno, questo ha portato a un esordio più lento e con prezzi inferiori se pensiamo a una campagna europea da 10,5 milioni di tonnellate. A breve il mercato dovrebbe trovare un equilibrio: le premesse ci sono tutte.



Il comparto melicolo continua a sfornare novità in termini varietali. Su cosa sta lavorando il Consorzio Vog?

Negli ultimi 15 anni abbiamo dimostrato di essere molto presenti nel mondo dell'innovazione varietale, con una ricerca che guarda alle nostre condizioni climatiche e a caratteristiche di prodotto davvero speciali. A Fruit Attraction non abbiamo portato nessuna novità, perché sarà il 2020 l'anno del lancio di nuove mele, quando avremo una prima produzione commercializzabile delle nostre novità: vogliamo essere molto concreti e sia quest'anno che l'anno prossimo continueremo a investire in nuovi frutteti.

Scendendo nel dettaglio, che strade state battendo sul'innovazione varietale?

E' un lavoro che si snoda in più direzioni. Prima di tutto vogliamo avere varietà molto buone, dalle caratteristiche particolari, con una croccantezza spiccata per esempio, in modo che il consumatore al primo assaggio possa accorgersi subito che non è la stessa mela del passato. C'è poi l'aspetto delle resistenze, come nei confronti della ticchiolatura: questo ci permette di essere più sostenibili. E poi ricerchiamo mele più resistenti anche alla manipolazione, che possano avere una vita a scaffale maggiore; ma anche essere trasportabili su lunghe distanze in modo da arrivare sui mercati lontani con frutti eccellenti. Infine cerchiamo di ampliare la proposta varietale con mele di varietà diverse ma caratteristiche analoghe, questo per soddisfare il consumatore abituato a un determinato gusto per un periodo sempre più lungo, dando quindi continuità.

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