Gli scarti delle mandorle diventano nuove risorse

Dall’Università di Catania uno studio per trasformarli in prodotti alimentari

Gli scarti delle mandorle diventano nuove risorse
Se una volta gli scarti alimentari erano destinati al cassonetto, oggi possono essere trasformati fino a diventare nuove risorse. È il caso delle mandorle, le cui cuticole scure (dette skin) e relative acque di pelatura possono essere recuperate, lavorate e ottimizzate per creare prodotti alimentari come farine e bibite.

A certificarlo uno studio condotto da Rosa Palmeri, docente di Scienze e tecnologie alimentari del dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente dell’Università di Catania, insieme al dottor Daniele Romano, tecnologo alimentare dell’azienda Damiano Organic e presidente dell’Ordine regionale dei Tecnologi alimentari di Sicilia e Sardegna.

“E' stata la Damiano Organic, tramite la figura di Daniele Romano, a contattarci - spiega Rosa Palmeri - Volevano riorganizzare il loro ciclo produttivo e, secondo l’ottica della green economy, dare nuovo valore agli scarti. Per questo abbiamo messo a punto un sistema in cui la pelatura delle mandorle viene ottimizzata”.



“In particolare – continua la ricercatrice – vogliamo trasformare la pelatura in un processo green a ridotto consumo energetico ottenendo più di un vantaggio: risparmiamo l’energia che serviva a scaldare l’acqua e, soprattutto, convogliamo i polifenoli delle mandorle nelle loro cuticole. Così facendo, le skin si arricchiscono di sostanze nutrienti fino ad essere utilizzate per produrre farine alimentari. Il processo apporta benefici anche sull’acqua, che risulta più pulita e ricca di polifenoli, una base di partenza ottimale per diversi impieghi nell’industria alimentare e degli alimenti funzionali”.

Per ora il progetto è stato validato in via sperimentale sia in laboratorio che in azienda e i ricercatori stanno lavorando per adeguare il processo su scala industriale, soprattutto dal punto di vista delle tempistiche. “Dalle proiezioni fatte finora, le aziende non dovrebbero subire perdite”.

Il progetto è stato premiato a Cibus Tec con un riconoscimento nazionale, dopo esser stato selezionato nell’ambito di un concorso indetto dall’Ordine nazionale dei Tecnologi alimentari per proposte innovative per l’industria alimentare e delle bevande, nell’ambito degli obiettivi Onu 2030 per il risparmio energetico e valorizzazione degli scarti.

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