Crisi uva da tavola, dossier sulla scrivania del ministro

Puglia e Sicilia incontrano il ministro Bellanova: chiesto tavolo con la Gdo

Crisi uva da tavola, dossier sulla scrivania del ministro
Sulla scrivania del ministro Teresa Bellanova c'è un nuovo dosseri: quello dell'uva da tavola. Le difficoltà del comparto hanno spinto Sicilia e Puglia a bussare - assieme - alla porta del Mipaaf. E ieri a Roma c'è stato un incontro tra la titolare del dicastero di via XX Settembre e le istituzioni pugliesi e siciliane (tra cui i sindaci di Canicattì e Mazzarrone, i due territori che vantano le rispettive produzioni Igp), oltre ai rappresentanti della Cia nazionale.

Gli amministratori e i rappresentanti dei produttori hanno presentato al Ministro un documento programmatico per il quale si aspettano risposte nei prossimi giorni. Cia Puglia e Cia Sicilia, in particolare, hanno evidenziato il divario tra i prezzi alla produzione e al dettaglio. "Alla pianta, mediamente il prezzo corrisposto ai produttori per un chilo di uva da tavola oscilla fra i 30 e i 60 centesimi; lo stesso prodotto, viene rivenduto dai supermercati a un prezzo che arriva fino a quasi 10 volte tanto, vale a dire dai 2 ai 5 euro per chilogrammo", hanno ribadito le due organizzazioni. Tanto che, tra i punti del documento consegnato alla Bellanova, c'è la convocazione della Gdo per affrontare proprio questo tema.



“Serve un piano preciso e strutturale di azioni per incrementare i consumi del prodotto italiano. Occorre un’iniziativa forte presso la Gdo che opera in Italia per collocare i nostri prodotti negli scaffali dei supermercati - ribadisce la Cia - Abbiamo chiesto la sospensione di tutti gli oneri sociali gravanti sulle imprese ortofrutticole, e questo alla luce da una parte di quanto provocato dalle calamità naturali, dall’altra dalla crisi dei prezzi e della redditività. E’ necessario che al prodotto conferito alle cantine sia riconosciuto un prezzo equo e adeguato ai costi di produzione. Abbiamo chiesto al ministro Teresa Bellanova azioni che incentivino l’export, l’internazionalizzazione delle nostre imprese, la conquista di mercati esteri remunerativi interessati alla qualità che siamo capaci di produrre”.

Inoltre si è rimarcata l'importanza del Catasto ortofrutticolo e dell'origine del prodotto. Al ministro è stato chiesto un impegno anche per la concessione di un contributo di estirpazione per i vigneti vecchi o malati al fine di garantire l’esistenza di nuovi impianti di alta qualità; oltre alla costituzione di un tavolo tecnico permanente sull’Uva Italia proprio in seno al Ministero.

“Il settore ortofrutticolo si trova sotto attacco e subisce anche la piaga del sistema delle royalties. Siamo in presenza di dinamiche che strozzano i produttori, li mettono spalle al muro, pregiudicano perfino la loro libertà di coltivare ciò che vogliono e che ritengono più adatto - conclude la Cia - In questo modo, in pochi anni potremmo assistere a un vero e proprio tracollo del settore nel Mezzogiorno d’Italia, con conseguenze molto pesanti in termini di posti di lavoro e di tenuta delle imprese agricole".

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