«Il futuro delle pere? Bio e varietà club»

Bastoni (Apofruit): «Sull'innovazione varietale siamo rimasti per troppo tempo a guardare»

«Il futuro delle pere? Bio e varietà club»
I prodotti più globali sono quelli che danno un reddito maggiormente stabile agli agricoltori. Anche le pere, dunque, devono seguire la strada di mele e kiwi se vogliono dare certezze ai produttori. Per Ilenio Bastoni, direttore generale di Apofruit Italia, "l'export è un elemento fondamentale", ma le pere italiane stentano a valicare i confini europei.

export pere

Come raccontano i dati presentati da Cso Italy a FuturPera, nel corso della campagna commerciale 2018/19 il 92% delle pere è stato venduto all’interno dell’Unione Europea e solo l'8% è stato indirizzato verso Paesi Terzi.

export pere italiane

Bastoni individua in export e biologico due driver che possono dar stabilità al comparto. "Quello della pera biologica è uno dei mercati che ha risposto in maniera importante alle aspettative, con valori interessanti, costanti e positivi per il produttore. La trasformazione industriale ha aiutato a mantenere alto ed elevato il valore del prodotto bio", è l'analisi del direttore generale di Apofruit.

Ilenio Bastoni Apofruit

Il futuro? "Le richieste di pere biologiche sono in forte aumento - aggiunge il manager - potrebbero quindi rappresentare un'opportunità da sfruttare. Il mercato offre occasioni, ma sull'innovazione varietale della pera, ad esempio, siamo rimasti a guardare per un po' di anni, anche perché le varietà in campo davano risultati alla produzione. Ma la gestione dell'innovazione può essere una leva che, se ben gestita e organizzata sotto forma di club, permette di governare le superfici, il mercato, di definire le caratteristiche organolettiche e attrarre così il consumatore che - conclude Ilenio Bastoni - con un prodotto di libera diffusione è di difficile realizzazione".

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