Al Parlamento Ue il grido d'allarme dei castanicoltori

Sos dei produttori italiani e di altri quattro Paesi. Investimenti su 40mila ettari

Al Parlamento Ue il grido d'allarme dei castanicoltori
Arriva al Parlamento Europeo il grido d’allarme dei castanicoltori di Francia, Portogallo, Spagna, Italia e Austria. L’incontro con una ventina di eurodeputati della commissione Agricoltura si è svolto nei giorni scorsi, organizzato dai parlamentari Paolo de Castro, attuale vicepresidente della Commissione Agricoltura, e Pina Picierno, europarlamentare della Campania. La delegazione italiana era composta da Renzo Panzacchi in rappresentanza della castanicoltura dell'Emilia-Romagna, Luciano Trentini, esperto dei mercati europei dell'ortofrutta, Gabriele Beccaro del centro regionale di castanicoltura del Piemonte e Roberto Mazzei della Campania.

Nell’occasione è stato presentato il Libro Bianco del Castagno Europeo, un rapporto pubblicato da Eurocastanea e Areflh che identifica i punti di forza, le sfide e i dati della produzione nel continente.

I produttori di castagne presenti all'incontro hanno colto l'occasione per condividere con i rappresentanti della Commissione Agri del Parlamento Europeo l'importanza di promuovere programmi di ricerca per combattere gli insetti nocivi che causano gravi danni alla produzione. Jean-Louis Moulon, vicepresidente dell'Areflh ha ricordato l'imminente creazione di un gruppo di lavoro dedicato specificamente alle sfide per la frutta in guscio.



I produttori hanno sottolineato la volontà di rilanciare la produzione piantando alberi su 40mila ettari per recuperare i livelli degli anni Sessanta (400mila tonnellate) attraverso azioni forti, proattive e coordinate tra i Paesi produttori. 

Nel suo discorso sulle opportunità economiche per il settore della castagna, Luc Berlottier, membro della Commissione europea (Dg Agri), ha richiamato l'attenzione del pubblico su due strumenti a disposizione dei produttori: i programmi di promozione dell'Ue, i cui bilanci sono aumentati negli ultimi anni, e l’Ocm ortofrutticola, con i suoi programmi operativi.

C’è ancora molto da fare per rilanciare il consumo di castagne e aumentare la produzione. Come ha sottolineato l'europarlamentare Isabel Carvalhais nelle sue osservazioni conclusive, il settore ha finora dimostrato un forte grado di resistenza ma deve essere sostenuto attraverso la pianificazione della produzione, gli investimenti economici, la ricerca e l'innovazione.

Resta intanto difficile la situazione in molte aree produttive italiane: “Quest’anno è stato raccolto l’80% di prodotto in meno; i cambiamenti climatici la mancanza di politiche mirate minano seriamente la castanicoltura del nostro territorio e per questo è necessario prendere urgenti provvedimenti”, il parere di Renzo Panzacchi, presidente dell’Associazione dei consorzi castanicoltori dell’Appennino Bolognese. Panzacchi ha esposto alla Commissione Agricoltura le problematiche che attanagliano il settore chiedendo interventi mirati che possano tutelare anche un’eccellenza del territorio: il marrone Biondo.

“I castanicoltori quest’anno sono in ginocchio, ed è una situazione che crea le condizioni per un aumento delle importazioni di prodotto, principalmente da Turchia, Spagna, Portogallo, e Francia. L’unica fortuna, se così vogliamo definirla è che le aziende agricole dell’Appennino non dipendono solo dalla castanicoltura ma sono multifunzionali per necessità”.

Copyright 2019 Italiafruit News