Lici, esiste anche senza semi al sapore di ananas

Nuova varietà sviluppata in Australia, che intende ampliare del 50% la produzione nazionale

Lici, esiste anche senza semi al sapore di ananas
Il nome di Tibby Dixon, coltivatore di lici (o litchi) del Queensland, rimarrà per sempre negli annali dell'Australia. Il suo lavoro di impollinazione incrociata, durato quasi 20 anni, ha garantito infatti lo sviluppo della prima varietà senza semi di origine australiana. Un traguardo storico per un Paese che vanta il calendario commerciale più lungo al mondo per questo frutto tropicale, sul quale stanno investendo sempre più produttori italiani della Sicilia.

In Australia, la raccolta del prodotto - conosciuto anche come "dattero cinese" - dura infatti più di cinque mesi: comincia di solito a fine ottobre e termina verso la fine del mese di marzo. Nei due stati orientali del Queensland e del New South Wales se ne coltivano attualmente più di 40 diverse cultivar. Anche se sono sette le più diffuse: Kwai May Pink, Tai So, Fay Zee Siu, Souey Tung, Kaimana, Salathiel e Wai Chee. 

La stragrande maggioranza dei lici che oggi sono venduti nel mondo contengono i semi. Quelli seedless sono disponibili solo da qualche anno, e in volumi molto limitati, nel mercato cinese.  


 Tibby Dixon

Presentando al portale Abc News la sua creazione, Dixon ha spiegato che potrà cominciare a produrla in volumi commerciali entro un paio d'anni. La varietà, stando alle prime informazioni che circolano sul web, sembra che sia molto gustosa e che il suo sapore ricordi quello dell’ananas

Nel frattempo, l’industria australiana del lici è impegnata per “sbloccare” due mercati di destinazione dall'elevato potenziale di consumo: Cina e Usa. "Per essere in grado di lavorare in modo affidabile con questi Paesi, la produzione dovrà aumentare del 50% entro il 2021” come osserva l’Alga, Associazione dei produttori di lici dell’Australia. 

“Al fine di raggiungere questo livello di crescita sarà necessario migliorare la produttività, introdurre altri impianti e attrarre nuovi coltivatori", conclude l'associazione.
 
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