Sostenibilità in ortofrutta, c'è molto da fare

Dati e trend dell’Osservatorio Nielsen GS1 Italy. I prodotti più "green"

Sostenibilità in ortofrutta, c'è molto da fare
La sostenibilità “tira” ma l’ortofrutta è ancora nelle retrovie. Sfiora i 7 miliardi di euro (+3,4% rispetto ai 12 mesi precedenti), nel canale iper+supermercati, il “paniere green” (19.182 referenze) selezionato tra i soli prodotti accompagnati da indicazioni che vanno dal “free from” al biologico. A rilevarlo è la sesta edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, aggiornato a giugno 2019, che ha rilevato le informazioni presenti sulle etichette di 106mila prodotti del largo consumo confezionato (erano 100mila nell’edizione precedente).

I prodotti alla base dell’Osservatorio Immagino hanno sviluppato circa 36 miliardi di euro di vendite pari all'82% di quanto venduto nel totale mercato del Lcc in Italia da ipermercati e supermercati; la quota del reparto Ortofrutta è pari al 31%.

A livello generale, già oggi il 18% dei prodotti a scaffale e il 19,4% del giro d'affari dei punti vendita rientra nel mondo "green", perché presenta sulla confezione almeno un claim che ne comunica e valorizza l'impegno sul fronte della sostenibilità. 



L’"influenza" della sostenibilità sul reparto Ortofrutta è però ancora contenuta: 2,5% sul totale Lcc, 3,1% sul totale sostenibilità. Considerando l’area tematica del management sostenibile delle risorse - che comprende tutte quelle attività che prestano attenzione alla gestione delle risorse, come la comunicazione esplicita sul packaging del prodotto dell’utilizzo di una minore quantità di plastica e di materiale riciclato - la quota, nel reparto, non va oltre l’1,5%. 



Il peso della riduzione dell’impatto ambientale sul reparto, invece, è attestata al 5,1%. Appena 0,1%  la percentuale relativa al peso del materiale riciclato nel reparto, che è anche la quota riferita alla responsabilità sociale (comprendente tutte le attività che riguardano l’impegno delle aziende nel garantire condizioni lavorative sostenibili). 



Va meglio per i prodotti che fanno della trasparenza il loro punto di forza, fornendo le informazioni relative alla loro supply chain: i prodotti che riportano l’indicazione di filiera in etichetta sono concentrati per il 40% nel fresco (quello con la crescita annua maggiore, +16,0%), per il 25,9% nell’ortofrutta e per il 24,1% nella drogheria alimentare. Il peso del senza Ogm, invece, non va oltre lo 0,2%. Quanto al biologico, stando al Report, l’incidenza sul reparto ortofrutta è valutata, a giugno 2019, al 6,5%.



Ma quali sono gli ingredienti alimentari, percepiti come benefici, oggi sulla cresta
dell’onda? La regina resta la mandorla, che conferma la leadership guadagnata nel 2018: è segnalata sull’1,4% dei 68.480 prodotti alimentari rilevati in quest’edizione dell’Osservatorio Immagino. Nell’ultimo anno è proseguita anche la crescita delle vendite di prodotti che contengono mirtillo (+2,8%). Bilancio positivo anche per il cocco (+5,5%): tra i prodotti innovativi più performanti c’è l'acqua di cocco, che in un anno ha visto crescere del 91,7% le vendite dei prodotti in cui è presente, dagli integratori ai gelati. Segnali molto positivi arrivano anche dal mondo dei semi, in auge da tempo: registrano una crescita a due cifre i semi di zucca (+45,3%) e i semi di chia.



Nel 2019, dopo un paio di anni di crescite costanti e sostenute, il mercato dei prodotti connotati dai claim che rimandano all’italianità comincia a mostrare i primi segni di rallentamento. Tra giugno 2018 e giugno 2019, le vendite di questo paniere sono cresciute di un 1,3% a fronte del +3,5% dell’anno precedente. La pressione promozionale resta intensa (34,6%) ma inferiore a quella dell’anno precedente (36,4%).

I prodotti definiti come "identitari“ hanno superato la soglia delle 10mila referenze a scaffale e dei 2,7 milioni di euro di giro d’affari. In 12 mesi le vendite di prodotti “biologici”, “veg”, “kosher” e “halal” sono aumentate del 3,7%, rallentando la crescita registrata l’anno precedente, quando erano avanzate del 8,9%. Il mercato del lifestyle, infine, continua a essere sostenuto dall’ampliamento dell’offerta: nell’ultimo anno il numero medio delle referenze è balzato del 9,6%.

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