Kaki agli sgoccioli: «Campagna altalenante con una sorpresa»

Al Car di Roma, terminato il Made in Italy, si commercializza prodotto spagnolo

Kaki agli sgoccioli: «Campagna altalenante con una sorpresa»
Ultime battute per la campagna del kaki al Centro agroalimentare di Roma. “I frutti italiani sono finiti a inizio gennaio, adesso c’è la coda del prodotto spagnolo”, spiega dal Car il grossista Riccardo Pompei. “La tipologia standard è venduta al massimo a un euro il chilo, la poca merce extra viene invece collocata a 1,30-1,50 euro”. 

Nel complesso è stata una campagna “non particolarmente brillante, senza grandi volumi e con alcuni problemi qualitativi legati al caldo nella fase di maturazione che ha influenzato negativamente la qualità”. Uno spunto degno di nota arriva dalla Basilicata: “Per la prima volta - sottolinea il grossista romano - abbiamo commercializzato Kaki Persimon lucano: in regione sono state insediate nuove piantagioni capaci di esprimere un prodotto interessante, di buona qualità”. 

Ora che il made in Italy è terminato, restano le referenze d’importazione: “Venderemo kaki spagnoli ancora per un mese circa”, conclude Pompei. ”Il consumo non è esaltante ma complessivamente abbastanza costante”. In Spagna intanto - con la recente acquisizione di Coagri, specializzata nella produzione della tipologia Rojo Brillante - Anecoop detiene ormai il 50% del mercato iberico del frutto.

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