Boom di richieste dall'estero per il cavolfiore bianco

Calevi: «La Gdo dell'Est e del Nord Europa ha aumentato sensibilmente gli ordini»

Boom di richieste dall'estero per il cavolfiore bianco
L’estero tira le vendite di cavolfiori bianchi italiani. Da circa dieci giorni a questa parte, i mercati dell’Est e del Nord Europa si stanno infatti orientando al prodotto di origine nazionale, a fronte della forte crescita di prezzo dell’offerta francese.
 
“La quotazione di mercato della produzione francese è raddoppiata durante la scorsa settimana, raggiungendo una media di 12-13 euro per collo”: è quanto sottolinea a Italiafruit News Stefano Calevi, contitolare dell’omonima azienda agricola di Viterbo che produce brassiche su circa 300 ettari e le distribuisce nel canale della Gdo europea. 

“Il rincaro della Francia ha portato i nostri clienti di Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia e Danimarca ad aumentare fortemente i loro ordini - aggiunge Calevi - Qualche distributore estero, oltre al cavolfiore bianco, ci sta richiedendo anche il cavolo romanesco”.

Il problema è che la raccolta di cavolfiore bianco, in questa fase, è un po’ scarsa per via dell’inverno eccezionalmente mite, che ha anticipato la maturazione dei frutti. Quindi oggi si fa fatica a servire tutte le richieste che arrivano dall’estero. “Per alcune settimane avremo un po’ di vuoto di produzione - dice - E anche le altre zone produttive d’Italia, come la Puglia, sono nella nostra stessa situazione”.


Stefano Calevi, contitolare dell'Azienda agricola F.lli Calevi

Spostando lo sguardo agli effetti del Coronavirus sul mercato domestico, Calevi ci riferisce che “gli ordini della Gdo nazionale sono raddoppiati per tutte le varietà di cavoli e cavolfiori nelle due giornate del 24 e 25 febbraio. Poi la domanda si è stabilizzata su ritmi regolari”.

Il terzo decreto del Governo (clicca qui per leggere il nostro articolo), in vigore da ieri, ha fatto inizialmente preoccupare alcuni dei vettori logistici dell’azienda laziale. Col passare delle ore, per fortuna, la preoccupazione è rientrata anche perché le piattaforme del Nord stanno adottando procedure che assicurano ai camionisti il massimo rispetto delle condizioni di igiene e sicurezza.

“Come tanti altri imprenditori italiani - evidenzia - sarei interessato a fornire a tutti i nostri lavoratori le mascherine di protezione, che sono però introvabili da almeno tre settimane. Speriamo di poterle riuscire a reperire quanto prima. Nelle prossime settimane, capiremo come risponderanno le famiglie italiane alla situazione di emergenza sanitaria. Di solito, nei periodi di chiusura delle scuole, si registra sempre un calo dei consumi di brassiche. Vedremo se col Covid-19 cambierà qualcosa”, conclude.

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