Attualità
«Stop alle attività non essenziali»: ecco il nuovo Dpcm
Il presidente del Consiglio ha quindi firmato ieri sera il Dpcm che dispone nuove misure restrittive per l'emergenza coronavirus. "Le imprese le cui attività sono sospese per effetto del presente decreto completano le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo, compresa la spedizione della merce in giacenza". E' quanto si legge nel Dpcm che dispone nuove misure restrittive. Le attività che, con il provvedimento, vengono sospese, "possono comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile", si legge ancora nel testo.
La validità dei Dpcm e delle ordinanze finora emanate viene uniformata al 3 aprile. Le disposizioni del decreto producono effetto da oggi ma le aziende hanno tempo fino a giovedì per adeguarsi e chiudere.
Tra i settori che il governo ha deciso di fermare da qui a mercoledì si trovano tutte le attività legate alla filiera dell'acciaio, dagli altoforni alla lavorazione, così come tutta la filiera della metallurgia. Quest'ultima era prevista in un primo tempo, ma i sindacati si sono impuntati perché avrebbe voluto dire tenere aperto il 70% delle imprese metalmeccaniche. Uno stop arriverà anche per tutte le attività di noleggio di automezzi. Si ferma pure il settore dell'edilizia, comprese le ristrutturazioni, tranne per la parte legate alle infrastrutture (è il caso del cantiere del Ponte Morandi, per intenderci). Blocco parziale per il tessile. Valgono, ovviamente, tutte le limitazioni del precedente decreto, dai negozi non alimentari alle palestre, dai ristoranti ai cinema.
L'allegato al Dpcm precisa che continueranno a essere consentita anche attività legate alle famiglie, dalle colf e badanti conviventi ai portieri nei condomini. Resteranno in funzione l'intera filiera alimentare per bevande e cibo, quella dei dispositivi medico-sanitari e della farmaceutica e, tra i servizi, quelli dei call center. La lista potrà essere aggiornata con decreto del Mise sentito il Mef.
Confindustria, in una lettera di due pagine firmata dal presidente Vincenzo Boccia, aveva chiesto ieri di tenere conto di alcuni punti molto importanti nella stesura del Dpcm che di fatto sancisce la "serrata d'Italia", fino al 3 aprile. Caro governo, ha detto in sostanza Confindustria, scegli bene cosa fermare e cosa no. Perché c'è il rischio di interrompere forniture imprescindibili alle attività essenziali. E di porre le condizioni, in molte realtà, per non riaprire più. Paventando possibili ripercussioni anche sulla Borsa, per le aziende quotate.