Terre dell'Etruria prepara il carciofo a residuo zero

La cooperativa toscana punta sulla sostenibilità e, dopo la Gdo, pensa all'export

Terre dell'Etruria prepara il carciofo a residuo zero
Due centrali ortofrutticole, oltre 120 soci conferitori, 11mila quintali annui di prodotto lavorato fresco e più di 600 ettari di ortaggi in produzione per un fatturato del settore ortofrutta che si aggira sui 9,5 milioni di euro: sono i numeri di Terre dell’Etruria, realtà di punta nella cooperazione agroalimentare toscana. Le aziende associate sono sempre più orientate verso il residuo zero certificato; un target che la realtà di Donoratico (Livorno) definisce “non semplice”, ma che può essere raggiunto grazie a modelli agronomici più performanti e innovativi.



Terre dell'Etruria è conosciuta all’interno della Distribuzione Moderna (è  presente nei punti vendita Coop, Conad, Pam, oltre che nei mercati del centro-nord, da Verona a Padova, da Bologna a Firenze) e ora guarda verso un possibile ingresso sui mercati esteri. “Ogni passo - sottolinea Paolo Simonelli, responsabile Ortofrutta della Cooperativa - deve comunque andare di pari passo con l'impegno sul fronte della qualità, della sostenibilità ambientale, della programmazione oculata e dell’innovazione tecnica. Lavoriamo da sempre con la Dm e l’obiettivo è quello di costituire un’alleanza tra produzione, distribuzione e consumo in grado di conferire ai prezzi, pur nella competitività del mercato, il giusto riconoscimento al lavoro che sta dietro ciò che produciamo. Per i nostri clienti siamo una garanzia e accettiamo volentieri la sfida che il consumatore ci chiede: innovare, produrre e certificare ortaggi a residuo zero”.


Il presidente Massimo Carlotti e (dietro) il direttore commerciale Leonardo Lulli

Ecco allora che quest’anno è iniziata la prima fase di sperimentazione sul carciofo Terom coltivato in Val di Cornia, areale storicamente votato alla produzione degli ortaggi che ha fatto di questo prodotto uno dei suoi fiori all’occhiello: si parte con un centinaio di ettari già gestiti dalla cooperativa e si prevede di arrivare a una superficie complessiva tra i 300 e i 350 ettari in coltura poliennale, favorita dalle condizioni climatiche idonee e dalle caratteristiche dei terreni pianeggianti dell’area. Il primo protocollo tecnico messo in atto dai tecnici agronomi - in collaborazione con le aziende oggetto di campionamento - sta dando ottimi risultati. 

Terre dell’Etruria si è data come obiettivo l’uscita della nuova linea a residuo zero già a partire dalla prossima annata 2021: “Il prodotto avrà un packaging e un’etichetta rinnovati - spiega Veronica Biasci, responsabile dei sistemi di gestione qualità - si fregerà del bollino residuo zero, della certificazione Iso 220005 e sarà quindi 100% prodotto Toscano. Il tutto, secondo i principi di salubrità, territorialità e professionalità”.


Veronica Biasci

 “Conosciamo personalmente tutti i soci produttori che sono parte della nostra Cooperativa - aggiunge il presidente Massimo Carlotti - sappiamo come lavorano. Siamo orientati ad investire in processi e in prodotti innovativi sul fronte della sostenibilità e della tracciabilità: l’obiettivo che ci poniamo è ambizioso, tenendo presente che per una struttura cooperativa è fondamentale garantire una liquidazione soddisfacente del prodotto conferito e saper coniugare la sostenibilità sotto il duplice profilo economico ed ambientale”. 

Il carciofo sarà il primo passo: l’obiettivo è ampliare poi la gamma a residuo zero coinvolgendo zucchino e pomodoro da tavola

Copyright 2020 Italiafruit News