Spagna, dai noccioli delle olive un materiale bioplastico

Si chiamerà Bioplast e sarà utilizzato per produrre imballaggi sostenibili

Spagna, dai noccioli delle olive un materiale bioplastico
La Spagna è il principale esportatore mondiale di olio di oliva e, come riporta il sito freshfruitportal.com, durante i processi produttivi scarta circa 360 mila tonnellate di noccioli di olive all’anno. Perché non riutilizzarli?
Se fino ad ora venivano inceneriti come risorsa di biomassa per la valorizzazione energetica, oggi possono finalmente essere rigenerati. Da un’accurata lavorazione dei noccioli è infatti possibile ricavare un materiale bioplastico, che ben si adatta alla realizzazione di imballaggi sostenibili.

A sviluppare il progetto definito "Go-Oliva" la squadra composta dall’istituto tecnologico delle plastiche spagnolo (Aimplas) – che vanta un’ampia esperienza nei processi di trasformazione dei materiali polimerici e dei loro composti – e Olivadera de los Pedroches (Olipe), una cooperativa specializzata nella produzione ecologica dell’olio evo. I due enti si sono imbattuti in questa scoperta mentre cercavano un metodo più redditizio e sostenibile per riutilizzare i noccioli delle olive.



Come ha spiegato la ricercatrice di Aimplas Belén Redondo Foj: “I noccioli delle olive hanno un basso valore calorico e generano quindi un basso reddito economico per gli agricoltori. Lo scopo del nostro progetto è ottenere una nuova applicazione ad alto valore aggiunto per gli scarti dei noccioli mediante lo sviluppo di nuovi materiali”.

Nasce così Oliplast, un composto plastico a base biologica, biodegradabile e compostabile. “Per crearlo – continua la ricercatrice – i noccioli delle olive devono essere trattati per poi essere incorporati nella matrice polimerica. I noccioli vengono preparati e macinati per ottenere una dimensione micrometrica delle particelle. Le matrici polimeriche biodegradabili sono poi selezionate per creare il composto. La bioplastica ottenuta può successivamente essere processata con le tecnologie convenzionali, come i processi di estrusione e iniezione, per creare i prodotti finali”.

Partito a novembre 2019, il progetto è ancora allo stato iniziale e avrà una durata di due anni. Mentre il piano commerciale è ancora in fase di sviluppo, l’obiettivo di distribuzione è chiaro: commercializzare Oliplast come un nuovo packaging per il settore delle olive, ad esempio per per realizzare piccoli piatti in cui servire l’olio evitando che coli, oppure tappi per contenitori di cosmetici a base di olio di oliva.

Ma la ricerca non finisce qui, considerato che le stesse tecnologie e processi utilizzati per creare Oliplast possono essere replicati per altri residui alimentari come la buccia del riso.

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