Consumi, la variazione più forte degli ultimi dieci anni

Agrumi e patate superstar nel primo trimestre. I dati dell'ortofrutta

Consumi, la variazione più forte degli ultimi dieci anni
Un trimestre d'oro per i consumi alimentari. Guardando la spesa delle famiglie italiane tra gennaio e marzo balza agli occhi una crescita del 7% su base annua, quando nel 2019 l'aumento era stato di appena lo 0,4%. Come mette in evidenza Ismea è la variazione più forte degli ultimi dieci anni ed è conseguenza delle restrizioni imposte per fronteggiare il diffondersi del coronavirus.

I dati del Panel Ismea Nielsen hanno evidenziato un deciso balzo dei consumi delle famiglie nel mese di marzo (+18%), che ha dato slancio a tutto il trimestre. A fare da traino nella dinamica del primo trimestre ancora i prodotti a Largo Consumo Confezionato (Lcc, +9,7%), a cui si è maggiormente rivolta l'attenzione nelle prime settimane di emergenza, ma anche per i prodotti freschi sfusi la spesa inverte il trend e diventa positiva (+1,1%). Nel solo mese di marzo le vendite per i prodotti confezionati hanno registrato incrementi del 20% e quelle per i freschi sfusi del 9%.

In fase di emergenza l'ortofrutta vale il 19,4% del carrello della spesa e nel primo trimestre dell'anno la frutta ha fatto registrare un progresso a valore del 6% rispetto al primo trimestre 2019, mentre gli ortaggi sono cresciuti del 7,9%.



In relazione alla scelta dei canali distributivi, il canale prevalente resta quello dei supermercati con uno share del 41% e un trend positivo del 10%; di pari entità la crescita della spesa nei discount con uno share del 13%. "La miglior performance durante le settimane di emergenza si è registrata presso i punti vendita di ridotte dimensioni - scrive Ismea - dove le vendite sono aumentate del 40% su base annua, oltre che per gli acquisti on-line".



Il fenomeno che più ha impattato sui consumi è la riduzione degli atti d'acquisto. Questo ha dirottato le scelte dei consumatori dai prodotti freschi a prodotti più conservabili. "In quest’ottica si spiega anche la penalizzazione all’interno degli stessi reparti dell’ortofrutta dei prodotti ad alta deperibilità - analizza Ismea - sostituiti con quelli a maggior grado di conservazione (arance, mele, patate e carote più che fragole, insalate e asparagi)".



Come detto il comparto della frutta ha fatturato alla distribuzione il 6% in più rispetto al primo trimestre 2019, trainato da una crescente domanda per gli agrumi (che ne rappresentano il 28% del valore) per i quali le vendite sono aumentate dell’11% in valore.
"Per la frutta a guscio prosegue il trend di crescita (+4%), seppur per la prima volta in due anni con moderazione rispetto alla media dell’intero settore agroalimentare (+7%); in linea quindi con quanto già in atto nel 2019 quando era cresciuta di oltre il 3%, ma senza particolari slanci in periodo di emergenza - si legge nel report Ismea - Tra i comparti meno dinamici in questo primo trimestre troviamo quello degli ortaggi freschi, infatti se il trend generale per il comparto è molto positivo (+7,9%), va sottolineato che a sostenere la dinamica sono stati soprattutto i prodotti trasformati, tra cui emergono i prodotti a base di pomodoro con + 19,2%, grazie alla spinta per l’effetto scorte verificatasi per tutto il periodo di emergenza; oltre che prodotto da scorta in dispensa, la passata di pomodoro è (insieme a pasta, farina e mozzarella) anche uno degli ingredienti base per le preparazioni dei pasti in casa. Importante anche l’incremento apportato dal segmento dei surgelati che con un peso del 13% sul fatturato del comparto, ha segnato +8%. In controtendenza le vendite di ortaggi di IV Gamma (-1,9%), poco conservabili e di prezzo elevato, sono stati sostituiti con insalate fresche, ma soprattutto con patate, carote e cavolfiori, ortaggi con shelf-life lunga e di prezzo contenuto. In particolare, per le patate la spesa è cresciuta nel trimestre del 15,5% su base annua".



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