Apertura al pubblico, grossisti milanesi sul piede di guerra

Ago Fedagro: assembramenti pericolosi, Sogemi non ci considera, via dai tavoli

Apertura al pubblico, grossisti milanesi sul piede di guerra
Tornano tesi i rapporti tra una significativa fetta dei grossisti dell’Ortomercato di Milano e la società di gestione. Nel mirino di Ago-Fedagro, che oggi sceglierà il nuovo consiglio direttivo dopo le dimissioni del presidente uscente Fausto Vasta, la decisione di aprire la struttura al pubblico nonostante il parere contrario della categoria e dei produttori che operano nella struttura di via Lombroso. Scelta che ha determinato assembramenti e quindi mancanza del rispetto delle distanze di sicurezza. Una vicenda che conferma, a detta dei grossisti dell'associazione di categoria, la scarsa considerazione di Sogemi per gli operatori. I quali, alla vigilia dell’inizio dei lavori per il restyling del Mercato, ritengono “non abbia alcun senso proseguire i tavoli di confronto per una condivisione che è tale solo nei titoli ma non nella sostanza”. 

Lunedì il Direttivo Ago ha inviato una lettera ai vertici Sogemi e al sindaco di Milano Giuseppe Sala evidenziando che “non si può non restare sconcertati di fronte alla mancata gestione di un problema annunciato: è impensabile sciorinare elenchi di disposizioni meticolose quando non è possibile verificarne in tempo reale la corretta applicazione, limitandosi ad un’attuazione fiduciaria. E non è possibile per il semplice motivo che non esiste un organico in grado né di controllare, né di prendere i dovuti provvedimenti”.



“Stante quanto minacciato in caso di inosservanze - prosegue la lettera, accompagnata da alcuni immagini dell’affollamento di sabato - avremmo dovuto assistere all’immediata chiusura di diversi punti vendita se non addirittura dell’intero mercato; pare invece che vi saranno solo diffide scritte che, se orientate a una successiva chiusura dei posteggi eventualmente commutabile in sanzione pecuniaria, indurranno banalmente a valutare le trasgressioni come una mera questione di sostenibilità economica anziché rappresentare un ostacolo alla prosecuzione contrattuale. Il tutto, nello specifico, barattato con quella sicurezza e tutela personale che negli ultimi mesi ha sconvolto vita ed economia di un intero pianeta”.

I grossisti milanesi in definitiva chiedono maggiore considerazione: “Vi sono attività che garantiscono la vita di questo mercato e queste devono essere poste al centro dell’attenzione da parte di tutti gli enti e i soggetti che costituiscono il sistema mercato; altre che rappresentano parte marginale di questo impianto e che quindi devono ricevere la corrispondente considerazione. Se vogliamo disporre di una struttura veramente efficiente, in grado oltretutto di traghettarsi già pronta e ordinata verso il nuovo mercato, non si può prescindere dal dare ascolto a chi vi opera da decenni e sa per esperienza cosa serve e cosa è superfluo”

“Tuttavia - lamenta Ago - questa prassi sembra essere costantemente sottovalutata se non addirittura accantonata”. Per questo, il Consiglio Direttivo afferma che “in tali condizioni, non abbia alcun senso proseguire i tavoli di confronto”. Un forfait che si è concretizzato già ieri al tavolo di confronto settimanale al quale hanno preso parte però i produttori e l'altra associazione di categoria, Acmo, oltre al segretario Ago in veste di "auditore".

Copyright 2020 Italiafruit News