Puglia, l’uva da tavola fa i conti con la manodopera

Turni riorganizzati e trasporti a rischio per il rispetto delle norme anti Covid

Puglia, l’uva da tavola fa i conti con la manodopera
Se la manodopera qualificata è sempre stata essenziale nella campagna dell’uva da tavola, quest’anno l’intera filiera ha dovuto attrezzarsi nel massimo rispetto delle norme anti Covid.

Tra le aziende in procinto di effettuare i primi tagli, c’è anche la Società Ortofrutticola Polignanese che partirà “a giugno con l’uva Vittoria e le seedless, sempre più apprezzate dal mercato – spiega a Italiafruit il socio Matteo D’Aprile - Verso fine giugno e ai primi di luglio inizieremo invece a raccogliere la Black Magic”.



“Abbiamo dovuto riorganizzare tutta la manodopera nel rispetto delle distanze di sicurezza - sottolinea - mentre nei magazzini abbiamo installato separatori in Pvc. La complicazione maggiore è sicuramente per i trasporti: i pullman da 50 persone, ora possono contenere solo la metà dei braccianti, per cui serve il doppio dei mezzi. Tutte le aziende produttrici sono alla ricerca e, relativamente, i costi hanno subito un netto aumento”.



“Per quando riguarda gli operai – aggiunge – ci avvarremo delle stesse squadre degli altri anni, provenienti dalle zone vicine di Grottaglie e Villa Castelli. Il vero problema si verificherebbe in caso di contagi interni all’azienda: saremmo costretti a isolare i lavoratori, la cui manodopera è essenziale per gestire un prodotto deperibile come l’uva. Per questo motivo, stiamo cercando di fare in modo che gli operai non vengano a contatto fra loro e chi lavora nei campi non incrocerà mai gli addetti al magazzino”.



Come sarà l’uva quest’anno? “Finora abbiamo avuto un clima favorevole, contrariamente al maggio freddo dello scorso anno – dice l'imprenditore – anche se il maestrale degli ultimi giorni ci sta dando parecchio fastidio. Il prodotto si presenta al meglio, con meno acinino rispetto agli ultimi anni”.
“Per il futuro – continua - ridurremo sicuramente le piantagioni di uva con i semi a favore della seedless e abbiamo riservato 30 ettari a nuove varietà brevettate. Le nostre coltivazioni si estendono per 50 ettari e lo scorso anno abbiamo raccolto 100mila quintali di uva, il 30% in meno rispetto al 2018. Ai nostri prodotti si aggiungono quelli dei produttori di fiducia che fanno parte della Op, distribuiti tra Grottaglie, Taranto e Bari. Vendiamo la nostra uva per la maggior parte (90%) alla Gdo tedesca e in generale europea, mentre il 10% della nostra produzione va alla Gdo italiana”.

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