Vespa samurai, i lanci in Italia possono partire

Vespa samurai, i lanci in Italia possono partire
Lotta biologica alla cimice asiatica, ci siamo. Con la firma, martedì sera, da parte del direttore generale del ministero dell’Ambiente del decreto che autorizza l’Emilia-Romagna, insieme ad altre quattro Regioni dell’Italia settentrionale (Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia), al rilascio in campo aperto della vespa samurai, è partito il conto alla rovescia per l’avvio del piano di contrasto al pericoloso parassita che l'anno scorso ha causato 740 milioni di danni a pere, mele, pesche e nettarine, kiwi, ciliegi e piccoli frutti, albicocche, susine, nocciole, olive, soia, mais e ortaggi. 

Le regioni del Nord sono già pronte per i lanci di vespe samurai in tappe successive. In Emilia-Romagna, ad esempio, saranno lanciati oltre 65mila esemplari di vespe samuri che, in base al piano messo a punto dalla Regione, saranno complessivamente impiegati nella guerra alla cimice e liberati in circa 300 siti sparsi in tutto il territorio regionale, individuati dei tecnici del Servizio fitosanitario regionale. “Con il via libera finale del ministero dell’Ambiente al rilascio in campo aperto della vespa samurai - spiega l'assessore dell'Agricoltura Alessio Mammi - si completa l’ultimo di una serie di passaggi istituzionali molto impegnativi e presto prenderà finalmente avvio un progetto nel quale crediamo fortemente e sul quale abbiamo investito molto. Il Servizio fitosanitario regionale, in collaborazione con una rete di laboratori pubblici e privati, ha lavorato nel periodo invernale per la raccolta delle ovature della cimice che servono per la riproduzione della vespa samurai. Ora siamo nelle condizioni di far decollare il piano, consapevoli che si tratta di una sfida importante, il più grande programma di lotta biologica mai tentato nel nostro Paese”. 

Intanto nella regione prosegue la raccolta delle domande per il rimborso dei danni causati dalla cimice nel 2019. Le richieste vanno presentate esclusivamente attraverso un’apposita piattaforma regionale (https://agreagestione.regione.emilia-romagna.it/siag). C’è tempo fino al 18 luglio prossimo. A disposizione ci sono gli 80 milioni di euro stanziati dall’ultima legge di bilancio per tutti i territori delimitati a livello nazionale, di cui 40 milioni per quest'anno e l’altra metà ripartita in due tranche da 20 milioni ciascuna per gli anni 2021 e 2022. “Se le disponibilità si rivelassero insufficienti a coprire tutti i danni accertati alle aziende agricole emiliano-romagnole - conclude Mammi - torneremo a sollecitare il governo per incrementare la dotazione finanziaria prevista affinché tutte le aziende che rientrano nei criteri per beneficiare degli indennizzi siano adeguatamente ristorate”. 

In Trentino-Alto Adige i lanci avverranno ad opera della Fondazione Edmund Mach già la prossima settimana in oltre 40 siti trentini. Si tratta di un totale di 12.000 femmine, ovvero 100 femmine per ogni sito, che saranno immesse nell’ambiente naturale per tre volte a distanza di 20 giorni l'una dall'altra. Un'operazione preparata nel dettaglio dal gruppo di lavoro della Fondazione da anni in prima linea per affrontare questa emergenza e che ora grazie all'apertura normativa che consente l’uso dei parassitoidi intravvede un concreto inizio, anche se per raggiungere una situazione di equilibrio ci vorrà qualche anno.

Gli ambienti identificati sono aree caratterizzate dalla presenza di colture agrarie (frutteti), margini boschivi e a ridotto input chimico che permetteranno alla specie antagonista di insediarsi nel territorio. I punti sono stati distribuiti in tutte le zone a maggior presenza della cimice asiatica, cercando di garantire rilasci in Val di Non, Piana Rotaliana, Val di Cembra, Val d’Adige, Valsugana, Vallagarina, Alto Garda e Valle Laghi. L'attività di rilascio, che durerà un paio di mesi si inserisce nell’ambito dello specifico progetto per la lotta biologica SWAT, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, e che vede la collaborazione del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (UniTrento-Fem) che ha previsto nelle settimane scorse l’allevamento del Trissolcus japonicus specializzato nel parassitizzare le uova di cimice.

“I lanci verranno effettuati in concomitanza con il picco della deposizione delle uova da parte della cimice asiatica quindi nei mesi di giugno-luglio in modo da massimizzare il successo dell’operazione” spiegano i ricercatori e tecnici della Fem, i quali assicurano che la vespina, che si riproduce a spese del suo ospite deponendo le proprie uova all'interno delle uova della cimice asiatica, è assolutamente innocua per l'uomo e per gli altri organismi. Per allevare la vespina è stato necessario raccogliere migliaia di esemplari di cimice asiatica e grazie alla collaborazione della cittadinanza il piano di raccolta ha portato a circa 20 mila esemplari che hanno già prodotto oltre 2100 ovature, di cui circa il 90% è idoneo per l'allevamento.

Per fornire ai cittadini informazioni precise e aggiornate sugli sviluppi della lotta biologica in provincia di Trento nei confronti della cimice asiatica e di altre specie aliene invasive tramite rilasci della vespina samurai ed altri antagonisti esotici è stato creato un sito web dedicato (https://lottabiologica.fmach.it). Il sito descrive gli obiettivi ed i contenuti del progetto e fornisce informazioni anche sulla biologia degli insetti e sulle strategie di contenimento attualmente a disposizione. Una sezione specifica è dedicata anche al moscerino dei piccoli frutti, Drosophila suzukii. Viene inoltre illustrata l’iniziativa di citizen science BugMap per il monitoraggio degli insetti alieni nella Provincia di Trento. Il sito web è stato creato con il contributo del progetto E-STaR nell’ambito del bando Pat “I comunicatori Star della scienza”.

Fonte: Regione Emilia-Romagna - Fem