Eugenio, scacco matto ai nematodi

Dall'olio di chiodi di garofano il formulato innovativo di Xeda

Eugenio, scacco matto ai nematodi
Un prodotto innovativo ad elevata azione nematostatica e nematocida. Con un formulato naturale a base di olio di chiodi di garofano, Xeda presenta una novità unica sul mercato, un'ottima arma per una strategia integrata: Eugenio.

I chiodi di garofano, noti da secoli in ambito farmaceutico ed alimentare, se sottoposti ad estrazione con metodi naturali assieme ad altre parti della pianta (Eugenia caryophillata) liberano un olio denso dal colore bruno, dotato di un aroma intenso, persistente e caratteristico. Questo olio è prevalentemente costituito da eugenolo, una sostanza naturale, da tempo nota per le proprietà antisettiche e medicinali, che è tuttora oggetto di continui studi che ne mettono in luce ulteriori e interessanti caratteristiche. Per questi motivi Xeda ha avviato la pratica di registrazione europea dell’olio di chiodi di garofano come prodotto fitosanitario ad attività nematocida.



In attesa del completamento di questa pratica, il prodotto (marchio commerciale Eugenio) ha ottenuto l’autorizzazione per l’uso in situazioni di emergenza fitosanitaria ai sensi dell’art. 53, Reg. 1107/2009 e successivi, per un periodo di 120 giorni a partire a partire dal 5 giugno 2020 su cucurbitacee e solanacee. Quindi il nuovo nematocida naturale è adatto all'applicazione al terreno in serra su pomodoro, melanzana, peperone, melone, anguria, zucca, zucchino e cetriolo. "Questa concessione rappresenta quindi una duplice opportunità, sia per fornire una valida risposta all’emergenza intesa in senso stretto, sia per consentire agli operatori di entrare in confidenza con il prodotto, in previsione di un suo più regolare e diffuso impiego", sottolinea Andrea Bosi, country manager di Xeda Italia.

La difesa dai nematodi compie dunque un deciso passo avanti. "Per decenni, dovendo utilizzare a dosi relativamente basse prodotti che andavano 'diluiti' in un volume proporzionalmente enorme di terreno, il ruolo di nematocidi è stato riservato a sostanze dotate di elevata tossicità, capaci di agire verso i nematodi anche a basse concentrazioni nel suolo. Oggi, per evidenti e comprensibili ragioni, tutto questo non è più possibile - ricorda Bosi - A titolo di esempio, solo poco più di un decennio fa si contavano circa 52 sostanze rientranti nella famiglia chimica dei Fosforati Organici, delle quali almeno dieci erano accreditate di proprietà nematocide. Oggi tale famiglia è ridotta a solo due sostanze attive, gravate da pesanti limitazioni che riguardano sia le dosi che le modalità di impiego. La grande riduzione delle armi a disposizione rappresenta quindi uno dei principali motivi per una problematica che appare ovunque in crescita. Tutto questo, per prodotti concettualmente nuovi che si candidano all’ingresso nella ormai ristretta famiglia dei nematocidi, significa affrontare una triplice sfida che consiste nel mettere d’accordo altrettanti fattori apparentemente poco conciliabili tra loro: il mantenimento di una ottima efficacia, l'assoluto rispetto per l’ambiente e la possibilità di integrazione con i nematocidi tradizionali ancora utilizzabili. Eugenio riesce proprio a conciliare queste esigenze, ecco perché è un nematocida naturale innovativo".

L'olio di chiodi di garofano, puntualizza Xeda, possiede una spiccata azione di contatto sia nei confronti delle uova che delle forme mobili dei nematodi fitoparassiti, tanto appartenenti a specie galligene (gen. Meloidogyne) che ad altri generi. Eugenio agisce principalmente nei confronti delle uova dove, interferendo sulla normale embriogenesi, riduce drasticamente il tasso di schiusura delle larve. Fondamentale risulta anche l’azione nematostatica nei confronti delle larve che, una volta a contatto con il prodotto, perdono la loro motilità e quindi la capacità di associarsi alle radici delle piante e proseguire nel loro ciclo vitale. In caso di “immobilità” prolungata, può determinare anche la morte delle larve (azione nematocida).



Il favorevole profilo tossicologico, la buona efficacia, l’ampio numero di colture ammesse ed assenza di periodo di carenza sono caratteristiche che contribuiscono a fare di Eugenio un prodotto estremamente flessibile e dunque utilizzabile secondo due possibili ambiti di impiego - prosegue il country manager di Xeda Italia - Sia in agricoltura biologica che nella difesa integrata in successione a nematodici tradizionali. Il più classico impiego di Eugenio consiste nell’applicazione mediante manichetta in pre-trapianto alla dose medio-alta, seguita da trattamenti di mantenimento a partire dal superamento della crisi di trapianto, con cadenza di 10-14 giorni l’uno dall’altro. In questo modo, nel caso di una coltura a ciclo medio-breve come il pomodoro in serra, si possono ipotizzare dai quattro ai sei-sette interventi in un arco di tempo compreso tra pre-trapianto e primi stacchi. Nella difesa integrata Eugenio può dimostrarsi un prezioso alleato dei nematocidi tradizionali, consentendo di posizionarli in epoca precoce con dose di massima attività, per poi proseguire la difesa conciliando efficacia con abbattimento dei residui".

Per applicazioni di pre-trapianto su terreno nudo, è possibile la distribuzione con barra oppure ugelli a diffusione (“sprinkler”) seguita da abbondante irrigazione per incorporare il prodotto nel terreno. Nelle applicazioni in manichetta, non diversamente da altri nematocidi, Xeda suggerisce di inserire il prodotto a partire dall’ultimo quarto del periodo di irrigazione. In questo modo si eviterà una eccessiva diluizione, che potrebbe diminuire l’efficacia del trattamento, prevenendo nel contempo una esagerata concentrazione nella ristretta zona a ridosso delle radici, la quale potrebbe risultare penalizzante sia in termini di efficacia sui nematodi che di selettività sulle colture.

Eugenio è un prodotto particolarmente tecnico, deve essere pertanto applicato in relazione alla coltura, al suo ciclo, al suo stadio vegetativo ed alle eventuali problematiche fisiopatiche e fitosanitarie - avverte Xeda - È importante che l’intervento sia effettuato quando le situazioni di stress nematologiche, non hanno già compromesso in maniera forte lo stato vegetazionale delle colture. Si consiglia di effettuare altre applicazioni 10 giorni dopo il trapianto per mantenere le coltivazioni sane e vigorose sin dalle prime fasi di crescita, assicurandosi che la soluzione permanga nell’area interessata evitando la lisciviazione nell’area esplorata dall’apparato radicale.

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