«Kiwi, non sappiamo se riusciremo a salvare le piante»

In Piemonte sale la preoccupazione dopo la grandine. Sacchetto: danni importanti

«Kiwi, non sappiamo se riusciremo a salvare le piante»
Un dramma per la produzione di kiwi piemontese. La forte grandine che nella notte di giovedì scorso è caduta nelle zone del Saluzzese, del Saviglianese e del Fossanese, in provincia di Cuneo, porta con sé tante preoccupazioni per il futuro.

“La grandinata, violentissima, ha interessato le aree della Regione più importanti per la coltivazione dell’actinidia, coinvolgendo un fascia molto lunga di 12-15 chilometri”, dice a Italiafruit News Domenico Sacchetto presidente dell’Aop Piemonte.

“I danni più gravi si registrano in una superficie produttiva estesa su circa 3 chilometri quadrati, dove oltre ad avere perso l’intero raccolto di kiwi del 2020, c’è la paura di non riuscire a salvare le piante. Siamo quindi preoccupati anche per le campagne successive”.

In Piemonte, il kiwi è una specie che non viene solitamente protetta da reti antigrandine, mentre le coperture sono molto diffuse per tutti gli altri frutti autunnali ed estivi. 



Per quanto riguarda le conseguenze strutturali, spiega Sacchetto, “la forza della grandine ha danneggiato una quindicina di impianti sotto rete con più di cinque anni d'età dedicati a kiwi, pomacee e drupacee. Qualche produttore si è addirittura ritrovato con 2-3 ettari di reti strappate. In generale, in molte strutture coperte si registrano comunque perdite di produzione nella parte bassa degli alberi”, precisa ancora il presidente dell’Aop Piemonte.

“Stiamo ora calcolando l’entità delle perdite, sapendo già in partenza che per il kiwi prevediamo un danno economico importante”. 

Un duro colpo che non ci voleva proprio, dopo una primavera complicata prima dal freddo tardivo e poi dal maltempo. “L’esordio della campagna dei mirtilli, nonostante le piogge delle scorse settimane, è stato soddisfacente; gli impianti, proprio in questi giorni, stanno per entrare in piena produzione. Ora ci stiamo inoltre preparando ai primi stacchi di pesche e nettarine, che faremo tra 7-9 giorni”, conclude.

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