Furti di ortofrutta nel Salento, allarme rosso

Task force delle forze dell'ordine. Il governatore Emiliano: denunciare

Furti di ortofrutta nel Salento, allarme rosso
Meloni, angurie, fragole, pomodori: i furti nel Salento hanno raggiunto il livello di guardia e le forze dell'ordine serrano le fila. Dopo l'escalation di razzie nei campi (prodotti, ma anche mezzi agricoli), nell'ufficio circondariale di Governo, a Lecce, è stata approntata una task force di polizia, carabinieri e finanza per fermare gli episodi di delinquenza all'interno delle aziende agricole, le più recenti avvenute nei territori di Leverano, Sant'Isidoro e Porto Cesareo.

Nei giorni scorsi si era svolto un summit in Prefettura nel capoluogo salentino per contrastare il "racket dei campi". Che spesso prende di mira selettivamente i prodotti di maggior pregio e valore come le mini angurie, i pomodori Datterini e i meloni. E'stato deciso che le forze dell'ordine garantiranno una maggiore frequenza dei pattugliamenti nelle campagne, soprattutto di notte. E' di ieri la notizia che la polizia ha colto in flagranza e arrestato due brindisini che nottetempo avevano sottratto da un terreno vicino a Nardò una cinquantina di quintali di angurie, rinvenute nel loro furgone.  



Secondo gli investigatori si tratta di raid su commissione finalizzati a rimpinguare le casse del mercato nero e del racket delle estorsioni che parte proprio dai campi. Non sempre ai furti fanno seguito, però, denunce formali: gli agricoltori temono che, dopo aver portato via la merce, i criminali tornino ad avvelenare i raccolti, tagliare i tendoni delle serre o a danneggiare le tenute.

Quelli che appaiono come semplici furti in campagna potrebbero nascondere una regia che punta a prendere il controllo delle aziende. Sul fenomeno è intervenuto anche il Governatore della Puglia Michele Emiliano: "I furti su commissione stanno mettendo in ginocchio gli imprenditori agricoli", ha detto senza mezzi termini, invitando tutti a non temere di denunciare i furti subiti. E ha aggiunto: "La storia degli agricoltori di Leverano depredati, finita sulla stampa prima e sotto la lente d’ingrandimento dello Stato attraverso tre diversi tavoli tecnici voluti dall’autorità di pubblica sicurezza provinciale e convocati in prefettura, è monito ed emblema, una strada da battere e da cui partire per focalizzar ancora di più l’attenzione sui questa fetta del tessuto economico produttivo del nostro territorio. Con i fatti, non con i proclami a tempo”.

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