Pomodoro da industria, creare valore con la corretta concimazione

Castagneto (ICL) ai produttori: vi spiego come aumentare la redditività

Pomodoro da industria, creare valore con la corretta concimazione
Negli ultimi anni all’interno della filiera del pomodoro da industria ci sono state continue tensioni fra produzione e industria di trasformazione. Da un lato gli agricoltori lamentano prezzi bassi non adeguati ai parametri qualitativi richiesti, sempre più stringenti, e dall’altro gli industriali sostengono come il mercato sia sempre più competitivo, con un prodotto estero sempre più aggressivo - Cina in particolare - e alcune catene distributive che approfittano del loro potere contrattuale per abbassare ulteriormente i listini (come è stato con le aste al ribasso). 

Chi produce pomodoro da industria, per ottenere una buona redditività da questa coltura deve trovare il perfetto equilibrio fra rese e qualità. Per raggiungere questo risultato è fondamentale gestire correttamente la concimazione che rappresenta la principale leva per aumentare o diminuire allo stesso tempo resa e qualità della bacca. Infatti, è noto che solo grazie all’aumentare delle dosi di nutrienti corrisponde anche un aumento delle produzioni (ben oltre i 1.000 quintali), così come è altrettanto noto che una resa eccessiva può pregiudicare il raggiungimento di un grado brix adeguato, altro parametro cruciale.

Per superare queste difficoltà e ottenere un risultato economico soddisfacente, Italiafruit news ha raggiunto Marco Castagneto, specialista di ICL – azienda leader nella produzione di concimi – che ci spiega i segreti alla base della concimazione del pomodoro da industria: “Prima di tutto bisogna conoscere in anticipo le dotazioni nutritive del nostro terreno perché ci permetteranno di sapere quanto concime NPK dovremmo apportare. Per fare questo è sufficiente un’analisi del terreno molto economica. Poi, è importante avere a disposizione anche un’analisi dell’acqua irrigua, soprattutto se proveniente da pozzo. Infatti, se ricca di calcio, potremmo usarlo per la nostra coltura evitando sprechi.”

“Una volta stabilite le quantità di NPK, dobbiamo scegliere i concimi da utilizzare, e qui spesso la scelta viene fatta solo ed esclusivamente in base al prezzo, senza considerare l’efficienza e l’utilità di cosa si acquista. Pertanto, si arriva alla situazione paradossale, assai frequente, dove si acquistano concimi inutili, a basso costo, evitando soluzioni più onerose ma indubbiamente più efficaci. Per esempio, è estremamente importante evitare degli apporti di nitrato di calcio quando è sufficiente utilizzare dei fertirriganti a reazione acida che mantengono in soluzione il calcio presente nell’acqua irrigua, e inoltre, riducono i bicarbonati e mantengono i gocciolatori puliti da incrostazioni.”



Le soluzioni ICL per la concimazione del pomodoro da industria
Dopo questa doverosa premessa, analizziamo nel dettaglio alcuni aspetti della coltura del pomodoro da industria che spesso sono sottovalutati ma se conosciuti posso aiutare a raggiungere un ottimo risultato economico grazie anche all’utilizzo dell’ampia gamma di fertilizzanti ICL, studiati per garantire le massime prestazioni in funzione della fase fenologica in cui si trova la pianta di pomodoro.

“Partendo dalla fase di pre-trapianto – illustra Castagneto – si consiglia la concimazione localizzata in abbinamento alla fertirrigazione invece che la concimazione a pieno campo. Applicare il concime sotto le piantine e molto vicino all’impianto di irrigazione permette infatti di ridurre gli apporti di NPK e migliora l’efficienza nutritiva. Proprio per quanto riguarda gli apporti di NPK, essi saranno dati dalla differenza tra quanto è già disponibile nel terreno e quanto necessita la coltura per raggiungere una determinata produzione. In generale si consiglia di non superare i 60 kg/ha di azoto a pronto effetto a meno che non si usino dei concimi che ne controllano il rilascio. Inoltre il pomodoro da industria richiede sin dal trapianto un valore soglia di fosforo disponibile nel terreno molto elevato: 50 mg/kg di P2O5. La concimazione localizzata e i concimi con fosforo ad azione migliorata ci vengono in aiuto perché permettono di ridurre fino al 40% le quantità necessarie per una concimazione fosfatica a pieno campo.”

“Sulla base di queste evidenze incontrovertibili, ICL propone l’uso di Agromaster 15-20-15+13SO3 che ha il 40% dell’azoto e il 42% del fosforo a cessione controllata. Questo concime – aggiunge Castagneto – permette, a parità di condizioni, di localizzare vicino alla pianta fino a 80-90 kg/ha di azoto senza alcun rischio. Oltretutto, Agromaster 15-20-15+13SO3 apporta anche 120 kg/ha di P2O5, parte del quale mantiene più a lungo la sua efficienza perché protetto dall’insolubilizzazione da una membrana semipermeabile.”

“I vantaggi dati dall’uso di Agromaster 15-20-15+13SO3 sono la riduzione delle fertirrigazioni nei primi 40-50 giorni (con un risparmio immediato di manodopera e fertirriganti) e la sicurezza di avere una crescita equilibrata, omogenea e più veloce della coltura, garantita dalla cessione graduale e costante dell’azoto e del fosforo.”  



I segreti per una fertirrigazione di successo secondo ICL
La fertirrigazione è senza dubbio il metodo di concimazione più efficace che può dare ottimi risultati a patto che ci sia una certa professionalità da parte dell’operatore. Anche in questo caso ICL ha ideato all’interno della sua gamma di basi idrosulibili denominata Nova, alcune specialità specifiche proprio per il pomodoro da industria.

“Per superare i 1.000 quintali a ettaro garantendo un buon grado brix, bisogna intervenire su azoto e potassio” ribadisce Castagneto. “Infatti, suggeriamo di fertirrigare utilizzando basi idrosolubili abbinando, fin dai primi turni irrigui, alle basi azotate anche quelle potassiche, così da evitare di avere un grado brix più basso proprio nei primi palchi che sono anche i più produttivi. Come fonte potassica ICL propone Nova FertiK 0-0-61, purissimo cloruro di potassio. Può essere utilizzato in sicurezza dato che il pomodoro è una delle colture che meglio tollera il cloruro. Livelli nel terreno superiori a 350 kg/ha non hanno effetto sulla coltura e a queste quantità di cloruro corrispondo ben 550 kg di potassio. In ogni caso per eliminare il cloruro è sufficiente fare un’abbondante irrigazione dato che il cloro non ha la capacità di legarsi ai colloidi del terreno.”



“Per quanto concerne gli apporti di fosforo, di cui il pomodoro è molto esigente, consigliamo Nova PeKacid 0-60-20, che è una polvere idrosolubile a elevatissimo potere acidificante (50% è acido fosforico) e se utilizzato a bassi dosaggi (10-15 kg/ha), oltre ad apportare il fosforo necessario alla coltura, mantiene l’impianto irriguo pulito.”



Anche nei casi di carenze di calcio, magnesio e microelementi le opzioni non mancano. “Nova Plus Cal-Mag+Micro, 13-0-0-18CaO+5MgO+Micro è l’unica base idrosolubile sul mercato contente calcio, magnesio e microelementi – evidenzia Castagneto – da utilizzare in fertirrigazione per stimolare la crescita. Rispetto al solo calcio nitrato, Nova Plus Cal-Mag risulta essere molto più efficace e attivo quando la coltura stenta a vegetare.”

“Infine - conclude l’esperto di ICL - la linea di fertirriganti NPK Solinure FX, specifica per le colture di pieno campo come il pomodoro da industria, è ideale chi ha l’esigenza di fare pochi interventi di fertirrigazione, non ha tempo di miscelare le basi idrosolubili, non vuole usare gli acidi e nel contempo è molto attento ai costi.”

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