«Troppi alti e bassi per il melone italiano»

Ciardiello: stagione sull'ottovolante, serve una strategia di filiera con la Gdo

«Troppi alti e bassi per il melone italiano»
Troppi alti e bassi: al melone servirebbe più linearità e per raggiungere l'obiettivo è indispensabile coinvolgere tutta la filiera, Gdo compresa. La pensa così Pietro Ciardiello, direttore di Coop Sole, che si esprime nel cuore di una stagione dalle mille sfaccettature per uno dei frutti estivi per antonomasia. "Dopo un maggio positivo, un giugno iniziato male che si è poi in parte ripreso e un luglio con luci ed ombre, in questi giorni registriamo segnali positivi, ma siamo reduci da una settimana pesante", spiega Ciardiello. 



"Basta poco per cambiare l'intonazione del mercato: il maltempo che incide sui consumi, qualche iniziativa promozionale aggressiva in Gdo, il fattore gusto, non sempre al top. Ecco, dobbiamo lavorare per standardizzare la qualità, fare più comunicazione e informazione, creare un sistema più coeso lavorando su ricerca, sulla parte tecnica e sulla commercializzazione. Un percorso da sviluppare insieme alle catene della grande distribuzione dove, a volte, si registrano situazioni commerciali difficili da comprendere". 



Ciardiello (al centro nella foto sopra) tiene a precisare che il sistema-melone, in questi anni, ha fatto importanti passi avanti: "L'offerta è migliorata sotto tutti gli aspetti, compreso quello della salubrità. Ma ancora non basta e ci sono margini di crescita notevoli. Bisogna organizzare meglio la filiera anche per il prodotto biologico le cui vendite sono ancora esigue. E lavorare per arrivare a un melone facilmente identificabile da parte del consumatore, con garanzia di salubrità, qualità, gusto". Insomma, aggiunge il direttore di Coop Sole, "ci sono ancora troppe variabili e ciò proietta il comparto sulle montagne russe".



Dal punto di vista produttivo, la cooperativa ritiene di poter raggiungere l'obiettivo dei 50mila quintali fissato a inizio stagione; il biologico vale il 10-15% della produzione "ma sicuramente  - conclude Ciardiello - si potrebbe fare di più, molto di più, il retato italiano bio può diventare protagonista assoluto non solo sul mercato nazionale".

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