Pere, meno danni da cimice asiatica anche in Veneto

Plafoni Frutta: «Mercato partito a rilento. Tanto prodotto precoce è segnato dal freddo»

Pere, meno danni da cimice asiatica anche in Veneto
In questo mese di luglio, la presenza della cimice asiatica negli areali di produzione pericola del Nord Est dell’Italia è stata nettamente inferiore rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna. Ormai, questo, è un dato di fatto assodato che lascia intravedere almeno qualche spiraglio positivo per il futuro della pericoltura, dopo la situazione disastrosa del 2019.

“I danni causati dall’insetto negli impianti di pere sono sensibilmente diminuiti rispetto all’estate scorsa”, conferma a Italiafruit News Federico Plafoni, produttore di frutta (Azienda agricola Coderotte) di Villanova del Ghebbo, in provincia di Rovigo, nonché venditore dell’azienda grossista Plafoni Frutta di Veronamercato.

“Dopo le ingentissime perdite del 2019 - prosegue - per ora stiamo riuscendo a contenere la cimice asiatica grazie al miglioramento delle pratiche di difesa e anche un clima più stabile. Speriamo che la situazione attuale possa confermarsi col passare delle settimane”.



In questi giorni, la Plafoni Frutta sta commercializzando le pere precoci Carmen e Morettini in bins presso gli stand 8 e 9 di Veronamercato. “Oltre alla produzione dell’Azienda Coderotte stiamo gestendo il prodotto di un pericoltore veronese con 40 ettari. In generale la merce precoce di prima qualità, senza segni causati dal freddo, è poca. E il mercato è partito un po’ a rilento: adesso c’è un po’ di consumo all’estero, mentre in Italia si stanno prediligendo i frutti estivi come pesche, albicocche, susine, angurie e meloni”.

“Da poco - aggiunge Federico Plafoni - abbiamo iniziato a lavorare anche le prugne di nostra produzione, varietà Fortuna, e a breve faremo i primi stacchi delle Stanley che nel nostro Mercato all’ingrosso stanno quotando a 1-1,10 euro il chilo in cassetta sfusa”. 

“La Fortuna locale di prima scelta in padella lavorata con alveolo sta spuntando 1,2-1,3 euro il chilo, mentre con la seconda qualità si scende a circa 80 centesimi di euro il chilo - conclude - Le produzioni campane, invece, si trovano un po’ a tutti i prezzi”.

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